Spero promitto e iuro vogliono l’infinito futuro. Regoletta della sintassi latina che mi ronza in testa la mattina della Befana. Circuiti malati ma forse un motivo ci sarà. E proviamo a giocarci con sto infinito futuro, che sa di eternità. Spero. Spero di incontrare tante persone positive e che mi regalino emozioni, sogni, stimoli nuovi. Spero che alcuni desideri si avverino e se non accadrà spero comunque di non perdere la voglia di crearne di nuovi ogni giorno. Chi troppo vuole nulla stringe dice il proverbio, chi vuole poco e naviga piatto non vive, dice la colli.
Promitto. Prometto di regalare ogni giorno un sorriso, educazione, cortesia, sul lavoro, in casa, tra gli amici. Come ho fatto finora. Anche quando mi sento morire dentro e le mie ombre mi assalgono. Prometto di esserci per chi mi vuole bene, per chi mi fa sentire che c’è, per chi mi ricambia con la stessa moneta. Perché il tempo del dai 100 per ricevere, forse, 1 è passato, così come il buonismo incondizionato. In sintesi prometto di essere stronza q.b.
Iuro. Giuro di non giurare nulla, di non ipotecare il futuro così come il presente. I giuramenti hanno un che di arcano e primordiale e sono fatti per essere violati. Credetemi se volete, dico quello che penso e mi comporto come mi sento, mi vesto come mi piace e frequento le persone che mi fanno stare bene senza doppi fini. Sono qui come mi vedete. Se vi piaccio, regalatemi un sorriso, se vi lascio indifferenti non sforzatevi di essere carini con me, se non vi piaccio fatemelo capire al volo e continuiamo le nostre vite parallele. In fondo, é proprio nella varietà che risiede la bellezza di questa umanità.
E ora, tuffiamoci nell’infinito futuro di questo nuovo anno…