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cricolli

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Correre

Per quale motivo continuate ad andare a correre nonostante sia chiaro che si debba stare in casa?
Per la prova costume? Per non diminuire le vostre performances? Per sfruttare le belle giornate di sole? Ve lo chiedo perché sono basita. Sono una sportiva. Adoro correre all’aria aperta. Ma in questo momento è l’ultimo dei miei pensieri. Così come la prova costume, la cellulite, i massimali di squat che facevo prima dell’emergenza. Non me ne frega nulla ora. Mi interessa stare bene. Che i miei stiano bene. Che il telegiornale smetta di dare notizia di morti e persone in terapia intensiva. Che il sole splenda di nuovo su questa terra malata. Questo importa ora. Per cui ve lo chiedo di nuovo. Per quale motivo continuate a correre? Perché qui corriamo solo verso il disastro. Fermatevi. Che è meglio.

coronavirus

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Come saremo dopo?

Domenica mattina. Giornata tersa. Silenzio. Il silenzio irreale che da una settimana contraddistingue i nostri giorni. Mentre faccio colazione, mi chiedo come sarà la nostra vita dopo. Dopo il Coronavirus. Dopo la quarantena. Dopo la serrata. Perché non credo che torneremo alla vita di prima come se nulla fosse stato. Impossibile. Questa esperienza resterà dentro di noi, come una guerra, come un sisma, come uno tsunami. Sento gli uccellini cinguettare. Di solito sono coperti dal rumore delle auto. Adesso li sento, distintamente, abbaia un cane, passa un automobile. Poi silenzio. Dicevo, come sarà dopo? Dimenticheremo come l’Europa si è comportata con noi italiani? Non credo. Continueremo a tagliare i costi della sanità? Non credo. A dare poca importanza alla libertà? Non credo. Penso che quando tutto sarà finito, avremo imparato l’importanza delle relazioni sociali, della condivisione. Avremo capito quanto è fondamentale rispettare le regole, sí, anche noi italiani, furbetti irriducibili. Ci saremo riscoperti pazzamente innamorati dell’Italia, orgogliosi dell’essere italiani, uniti come non mai, e non solo quando gioca la nazionale. Non so come sarà il mondo poi. Sarà meno inquinato. Almeno l’aria. Respireremo meglio, anche grazie a un virus che toglie il fiato e ammazza i polmoni. Ironia della sorte, vero? Come saremo noi? Sarà bello scoprirlo. Intanto gli uccellini stanno cinguettando animatamente. Ed è bello stare qui ad ascoltarli. Una tazza di caffè latte in mano. E nessuna fretta. Mentre il giorno nasce e il cuore si aggrappa alla speranza che presto torneremo ad abbracciarci. Stretti stretti.

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Fortuna

Adesso capite quanto siamo fortunati? Quanto vale la libertà personale? Di muoversi, viaggiare, incontrarsi, agire.
Capite perchè festeggiamo ricorrenze come la liberazione o la festa internazionale della donna?
Capite perchè abbiamo studiato a scuola la Rivoluzione Francese e perchè l’Illuminismo è così importante per la creazione della società moderna?
Capite perchè gli stati democratici devono aiutare i paesi meno fortunati, in cui dittature tolgono tutte le libertà personali?
Capite perchè dobbiamo studiare, conoscere le altre culture, allargare i nostri orizzonti?
Perchè solo la conoscenza ci aiuta ad affrontare anche situazioni come queste e a capire che sì, nonostante il coronavirus, siamo fortunati. Siamo liberi, in uno Stato con la migliore sanità statale al mondo, con cellulari, televisori, il cibo nel frigorifero e la possibilità di ricevere la migliore istruzione possibile.
Pensateci, la libertà è un valore che diamo per scontato.
E invece è una conquista.
Una splendida conquista

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Uomini e donne

Uomini e donne. Modo diversi per affrontare l’emergenza e la necessità di restare a casa. A parte le telefonate, le mail e il lavoro a pc in Smart working, l’uomo tende a divanizzarsi e vive la situazione con una rilassatezza che normalmente fa arrabbiare la donna. Ci sono tanti libri, tanti film, tanti documentari e, tra un pisolo e un altro, ci si può pure allenare da casa. Senza esagerare però, che poi mi si abbassano le difese immunitarie. La donna no. La donna di base è nevrotica come in premenopausa e mal sopporta la situazione. Appena firmato il decreto del presidente del consiglio, lei ne aveva uno pronto con una lista di lavori da fare in casa. Svuotare armadi, pulire i forni, disinfettare ogni angolo, riordinare studio. Senza perdere tempo, che i mestieri sono tanti. All’alba sveglia e come un’ape operosa non si ferma fino alla sera. E non sarebbe un problema se, da indole propria del femminile, non pretendesse lo stesso dall’uomo e dagli altri membri della famiglia, trasformandosi in una spaccaballe da cui si può fuggire solo andando sul balcone o in cantina. Non le sembra vero, infatti, di avere forza lavoro a disposizione e, all’uomo che la guarda allibito grattandosi un ammennicolo mentre lei su di una scala spolvera la sommità degli armadi, dá ordini e indicazioni in ordine sparso. A cui lui risponde con un va bene, e non fa nulla, perché l’importante è dire si, poi si vedrà. Dura la vita ai tempi del #iorestoacasa. Dura davvero. Due cuori, una capanna e, se sopravviviamo a questo periodo, felicità in eterno.

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Spunti di resilienza

Non è facile affrontare questa situazione. No, non lo é per nulla. Abituati a muoverci in lungo e in largo, a incontrare persone, a organizzare la nostra vita come vogliamo. Confesso di aver provato un senso di oppressione i primi due giorni. Anche un po’ di scoramento nel cancellare appuntamenti e riorganizzare gran parte del lavoro da casa. Con i figli che vivono con in mano il cellulare: chi capisce adesso se stanno cazzeggiando o se sono davvero connessi con la scuola? Con il marito nella stessa situazione, a litigarci un computer in quattro per poter gestire lo Smart working. Per non parlare del fatto che, ammettiamolo, va bene la famiglia del Mulino Bianco, ma tutti insieme appassionatamente per 24 ore lo sopporti uno o due giorni, poi inevitabilmente ti pesti i piedi e discuti. Non è solo la vita sociale ad essere impattata, ma anche quella familiare, che va rimodulata. Dicevo, é stata dura all’inizio. Poi ho pensato che fosse un’occasione di crescita. Si, proprio così. Perché ogni cambiamento, ogni sfida ci costringe a mettere in atto nuove soluzioni e a far lavorare di più il cervello. E in questo modo ci evolviamo, miglioriamo. Proviamo ad affrontarla così. Magari è più semplice. Magari no. Tanto vale provare. Sempre meglio che passare la giornata a lamentarsi e a pensare a come si stava meglio quando si stava peggio.

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Mollare mai

Passerà. Sì questo periodo passerà. E riprenderanno i concerti, le presentazioni dei libri, le conferenze, tutti gli eventi insomma. Non è un momento facile. Ma possiamo approfittarne per fare progetti, cercare collaborazioni, studiare nuove soluzioni. Nel silenzio della platea possiamo trovare l’ispirazione per ripartire con rinnovata energia appena sarà possibile. Dobbiamo farlo. Per noi, per l’arte, per il nostro Paese che è la culla della civiltà. A prestissimo sul palco!!!!

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Cristiana ❤️

Quando il cuore sanguina, le parole vengono meno e le lacrime annebbiano i pensieri. Vorrei ricordarti nel migliore dei modi, con le frasi più belle e gli aggettivi perfetti, con uno di quei post che tanto ti piacevano e che commentavamo insieme divertite. Ma non riesco a mettere la distanza tra anima e foglio, tra dolore, rabbia, nostalgia. Perchè tu sei stata una fortuna immensa per chi, come me, ti ha vissuta. Tu, il sole, il sorriso, la positività, sempre e comunque. La tua malattia tra le righe, mai protagonista di un discorso, mai una volta che ti sia lamentata, anche se eri stanca, anche se non era semplice, anche se. Quante risate insieme! E quante chiacchierate davanti a un caffè, sui figli, sui mariti, su questa vita che ci lasciava troppo poco spazio per dedicarci a noi stesse. Quante volte ci siamo ripromesse di farci una bella sciata a Mera, eh? E non ci siamo mai riuscite, accidenti. Vorrà dire che ogni volta che farò il Boschetto ti penserò, dolce amica mia, tra una curva e l’altra sbirciando la Capanna Margherita lassù. Sono sicura che sentirò la tua risata, sì, sarà così. E come ogni volta mi sentirò invasa di quella forza che solo tu riuscivi a comunicarmi, una forza semplice ma indomita di una donna con la D maiuscola, unica e speciale ❤️

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Italian first

E adesso basta con i musi lunghi. Basta con il tam tam di notizie negative, che nulla tolgono o aggiungono alla situazione. Siamo in un momento di crisi. Sanitaria, sociale, economica. È un dato di fatto. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, attenerci alle disposizioni, senza panico e con grande senso civico. Detto questo, basta diffondere solo negatività. Basta polemizzare con questo e con quello. Basta con l’abitudine italiana di evidenziare solo quello che non va, che non funziona, di pensare al complotto, all’avremmo dovuto, al si stava meglio quando si stava peggio. Andiamo avanti. Fiducia nel Paese, nelle istituzioni, nella sanità. Nel nostro essere italiani. Noi, nello Stato più bello del mondo, con industrie d’eccellenza, la moda, la gastronomia, il turismo, una natura da togliere il fiato. Basta sminuirci. Basta guardare oltralpe. Comperiamo il Made in Italy. Viaggiamo in Italia. Elogiamo gli italiani. Smettiamola con le lotte intestine e pusillanimi. Facciamo vedere che siamo la culla della civiltà. Che il Coronavirus ci insegni ad essere un Popolo una volta per tutte.