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cricolli

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Coltellate

Una notte come tante. Di lavoro in strada. Magari con il cuore più leggero perché sei appena tornato dal viaggio di nozze e, si sa, i primi mesi dopo il matrimonio o di una convivenza sono quelli dei sogni, della lenta scoperta di un’intimità che rende tutto più sopportabile. Anche la pattuglia nella calda notte estiva romana. Un lavoro rischioso quello del carabiniere, mica è una novità. Nel rischio del mestiere c’è anche la morte, ma quella c’è in tanti lavori e, se hai paura, è la fine. Poi tutto precipita e la vita di un giovane pieno di sogni non c’è più. Non per un colpo partito per caso. No. Questo mi sconvolge più di ogni altro aspetto di questa vicenda. Otto coltellate. Quanta violenza ci vuole per affondare un coltello in un altro corpo, una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto volte? Con la mano che si bagna del sangue dell’altro. Con il ferito che ti guarda e cambia colore. Che rumore fanno queste coltellate? Tremendo. Primordiale. Da lasciare senza parole. Il tutto per uno stipendio non certo d’oro e sfidando ogni giorno la diffidenza della gente. Perché in Italia manca anche questo, il rispetto per le forze armate, per quegli uomini e donne che fanno questo lavoro per difenderci e spesso sono sviliti, insultati. Onore al vice brigadiere Mario Rega Cerciello. Nessuno restituirà la sua presenza alla moglie, nulla giustificherà una morte così inutile, tutti i discorsi in effetti sono superflui, a partire dal mio. Silenzio allora. E rispetto, tanto.

#marioregacerciello #carabinieri

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Campionessa

Federica Pellegrini ha vinto. Di nuovo. Quando tutti credevamo che fosse pronta per il ritiro. Quando tutti erano lí per dire “è scoppiata”. Lei, ha vinto. Testa bassa, ore e ore in vasca, e un unico scopo, vincere di nuovo. Per se stessa. Per il nuoto. Per chi l’ha allenata. Per chi la segue. Per chi volete insomma. Ma vincere. E oggi dice “non ci credo ancora”. E invece devi crederci. Perché tu sei l’esempio di come non si debba mollare mai, di come si debbano superare i momenti no, tappare le orecchie ai commenti altrui dopo una caduta, e rispondere con i fatti. Grazie Federica, per la quarta volta campionessa del mondo nei 200 stile libero. Grazie per chi ci prova anche quando sembra impossibile, per chi non esiste non ce la faccio, ma solo i farò di tutto per farcela. Avanti tutta! #federicapellegrini

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Sestri nel cuore

I ricordi più belli delle mie estati da bambina sono legati a Sestri. Si arrivava appena finita la scuola e si ripartiva ai primi di settembre, con le giornate che si accorciavano e l’aria più fresca. Sì, sono stata una bambina fortunata. Tre mesi al mare, tra tuffi, sabbia, corse a perdifiato e tonnellate di focaccia. A Sestri ho imparato a nuotare, ho conosciuto alcune delle persone che porto nel cuore, ho dato baci che non dimenticherò mai, ho preso la prima sbornia in discoteca. Quei mesi estivi di riassumevano in un’unica parola, libertá. A casa tutto era più difficile, niente uscite, la scuola, gli orari, le regole. A Sestri invece i comandamenti erano pochi. Avvisa prima di entrare in acqua (ma solo fino a quando ero piccola, poi, in acqua, io ci vivevo), se esci dalla spiaggia avvisa (idem come sopra), rispetta l’orario del rientro. Tutto qui. Adoro Sestri per tutti i ricordi che porta con sè. Le serate alla Piscina dei Castelli, il panino al Bistró, il dopocena al Citto, l’insalata al Cutter, i figoni dei Villa Balbi, il gelato dal Duro, la pizza da Previna, la focaccia di Oneto, poi Tosi, i cocktail da Capocotta, l’Hanoa Hanoa, la Barcarolata….come si fa a non amare un posto così? E a viverlo oggi con figli che fanno le stesse cose e adorano sedersi in baia con gli amici a mangiare una pizza nel cartone mentre il sole tramonta? Innamorata di Sestri, ora e sempre ❤️

(Scusate la foto in topless ma sono sempre stata un maschiaccio e non ho mai sopportato i finti bikini 😜) #lacolli #sestrilevante

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Adolescenti

L’adolescenza è un periodo di scoperta, ribellione, irrequietezza. Alcuni dicono sia il periodo più bello della vita, io credo che sia bello ricordarlo una volta adulti, perchè, mentre lo vivi, le emozioni sono forti e la ricerca di un’identità rende spesso scontenti e tormentati. Vivere con degli adolescenti è come essere sulle montagne russe eppure è un’esperienza che permette di riflettere su molti aspetti della nostra vita personale. Vorresti ucciderli ogni giorno e subito dopo abbracciarli per la loro ingenuità, ti irritano con i loro silenzi e la loro indifferenza e poi ti sorprendono con le loro osservazioni e con il loro entusiasmo. E’ un confronto continuo, di cui sono grata alla vita. Anche se difficile, anche se a volte estenuante, anche se la pressione sale spesso oltre i valori consentiti. Perchè colorano il mio cammino e sono il senso più profondo di questo mio passaggio nel mondo.

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Mamme e figli

Durante un’escursione in un sito archeologico, mio figlio quindicenne ha esternato il suo disappunto nei confronti di mie pose di fronte all’obbiettivo del cellulare, a suo dire inadeguate alla mia età. Come ogni adolescente che si rispetti, ha usato un linguaggio molto diretto per sottolineare come non sia il caso che mio marito ed io ci divertiamo a fare foto un po’ stupide, perchè non dignitoso. Ecco, non trascrivo le parole esatte, ma in confronto Elena di Troia, tanto per rimanere in tema archeologia, ha ricevuto appellativi più lusinghieri. Premetto che indossavo jeans e maglietta e che davvero le foto erano lontano mille miglia dall’essere trasgressive. Eppure quell’ostentare una stupidità giovanile, quel selfare, chattare, taggare a lui non piace. E ci sta tutta. Quello è in fondo il loro mondo e talvolta noi quarantenni del terzo millennio, che ci sentiamo perennemente sedici anni, dovremmo ricordarci che di anni ne abbiamo un po’ di più. Che ai nostri figli non va di averci come amici. No, no. Loro hanno bisogno di genitori, di autorevolezza, di un punto di confronto. Complici sì, ma ad un livello diverso. Poi, quando cresceranno, tutto si ripianerà. Ma un adolescente, maschio per di più, non amerà mai che la mamma si proponga come una gnocca da discoteca, per di più sui social, dove anche i suoi amici possano eventualmente fare apprezzamenti. Vi dirò che questo episodio, banale in effetti, mi ha fatto riflettere molto e ho apprezzato che lui abbia esternato, piuttosto che covare dentro un disagio. Credo dovremmo rifletterci tutti, in una realtà fluida e in cui tutti vedono tutto. Cosa ne dite?

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Vivere

Eccola qui. La vita. Che ancora una volta mi ricorda di vivere intensamente ogni giorno e di non lasciare che lo scorrere delle ore passi senza che io ne sia pienamente consapevole. Perché davvero tutto può cambiare nello spazio di un battito di ali e, ciò che pareva scontato, diventare prezioso. Respiratela a fondo, la vita. Ogni secondo è irripetibile e voi avete il potere di renderlo unico. Non dimenticatelo. Mai.

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Cretto di Burri

Quando ero piccola, i terremotati del Belice erano evocati come sinonimo di persone sventurate, trasandate, disordinate. Paragone odioso e superficiale, sicuramente. E per una vita non ho neanche ben saputo dove fosse questo Belice, così sventurato. Ecco, oggi l’ho sentito sulla pelle il dolore di queste persone che in pochi minuti hanno perso tutto, in molti casi anche la vita. Ho visto la valle, ricca di colline in cui la presenza dell’uomo è attestata solo dalle coltivazioni. Ho sentito il silenzio, totale, di queste vallate. Ho visto Poggioreale, paese fantasma, diroccato. E soprattutto ho camminato tra i muri del Cretto di Burri. Con la pelle d’oca. Un luogo da visitare, un esempio di Land Art toccante, una memoria degna di essere preservata e conosciuta. Perché solo così saremo uomini più consapevoli.

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Amore immenso

Quando ero piccola, le mie amiche giocavano a fare la mamma con i bambolotti, io mi annoiavo terribilmente e preferivo andare in cortile con la palla o la bici. I bambini piccoli mi davano fastidio e non ho mai avuto vocazione da baby sitter. Non capivo quelli che parlavano ai piccoli facendo mille versi, che facevano “bau…cette” e filastrocche varie. Ecco, ero una che non si vedeva con passeggino o carrozzina. Poi sono arrivati loro. Uno dopo l’altro. E ho imparato una lezione fondamentale della vita. Mai dire mai. Mai affermare “io? No, non fa per me”. Perché un figlio ti cambia nel momento stesso in cui due righe rosse ti guardano da un test di gravidanza e tu sei lí, seduta sul water, e neanche immagini come cambierà la tua vita. Il tuo modo di percepire il mondo. La tua lista delle priorità. La tua capacità di fare dieci cose in una volta. Ho cantato canzoncine ridicole, ho fatto volare mille cucchiaini come aeroplani per farli mangiare, ho passato infinite notti insonni, ho pulito cacca come fosse la più naturale delle azioni, li ho baciati miliardi di volte, e i piedini santi, le manine, il pancino. E lo faccio ancora oggi che sono due adolescenti pelosi con la voce da tenore, che mi guardano schifati al mio tentativo di fargli un buffetto sulla guancia. Essere madre mi ha fatto riconciliare con il mio corpo, la mia mente, il mio futuro. E mi insegna ogni giorno ad essere resiliente, ad accettare gli imprevisti, a mettere tutto in discussione. Con il sorriso. Perché sì, per me nulla è più appagante di sentirmi chiamare mamma.

#figli #amoreimmenso

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Affinità

Alcune persone ti entrano nel cuore e non escono più. Sono anime affini, amici, amanti, colleghi, non importa la relazione che ci lega a loro, né per quanto tempo abbiamo avuto la fortuna di frequentarli. Il loro spirito ha incontrato il nostro e si sono agganciati, come i pezzi di un puzzle che nessun terremoto potrà distruggere. Il più delle volte non ce ne accorgiamo subito, distratti dal rumore di una vita che dà peso alle grandi emozioni e ai sentimenti straripanti e non ascolta il delicato sussurro di due anime, che dialogano anche a distanza. Poi, un giorno, mentre rileggiamo un appunto sull’agenda, sentiamo un profumo e semplicemente incontriamo di nuovo quegli occhi, ecco, in quel momento, ci rendiamo conto del privilegio che la vita ci ha donato. Un’affinità di intenti, una comune sensibilità, un’empatia che sopravvive nonostante tutto. Queste persone vanno custodite con cura, come una pianta preziosa che germoglia solo una volta all’anno, ma dona il più profumato dei fiori. Sono gioia, serenità, conforto. Spesso anche amore. E tutto questo, in un mondo che sembra aver spazio solo per la violenza, non deve essere assolutamente sprecato.

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Noi

Noi.

Quelli che non contano mai fino a tre prima di parlare.

Quelli che tirano sempre la corda e va a finire che sbattono la faccia contro il muro.

Quelli che non accettano compromessi.

Quelli che devono farcela da soli, senza aiuti, senza spinte, perché se no non c’è gusto.

Quelli che vivono sul bordo del precipizio.

Quelli che osano, sempre, anche quando non sarebbe il caso.

Quelli che amano forte, perché non sanno amare diversamente.

Quelli che si va avanti finché ce n’é, e spesso anche quando non ce n’è più.

Quelli che danno senza remore e poi rimangono male perché sono comunque sempre soli.

Quelli che ci provano a cambiare, ma poi non riescono a guardarsi allo specchio.

Quelli che domani smetto e poi domani non arriva mai.

Noi.

Sinceri, diretti, ingenui.

Noi. Quelli veri.