Quando ero piccola, le mie amiche giocavano a fare la mamma con i bambolotti, io mi annoiavo terribilmente e preferivo andare in cortile con la palla o la bici. I bambini piccoli mi davano fastidio e non ho mai avuto vocazione da baby sitter. Non capivo quelli che parlavano ai piccoli facendo mille versi, che facevano “bau…cette” e filastrocche varie. Ecco, ero una che non si vedeva con passeggino o carrozzina. Poi sono arrivati loro. Uno dopo l’altro. E ho imparato una lezione fondamentale della vita. Mai dire mai. Mai affermare “io? No, non fa per me”. Perché un figlio ti cambia nel momento stesso in cui due righe rosse ti guardano da un test di gravidanza e tu sei lí, seduta sul water, e neanche immagini come cambierà la tua vita. Il tuo modo di percepire il mondo. La tua lista delle priorità. La tua capacità di fare dieci cose in una volta. Ho cantato canzoncine ridicole, ho fatto volare mille cucchiaini come aeroplani per farli mangiare, ho passato infinite notti insonni, ho pulito cacca come fosse la più naturale delle azioni, li ho baciati miliardi di volte, e i piedini santi, le manine, il pancino. E lo faccio ancora oggi che sono due adolescenti pelosi con la voce da tenore, che mi guardano schifati al mio tentativo di fargli un buffetto sulla guancia. Essere madre mi ha fatto riconciliare con il mio corpo, la mia mente, il mio futuro. E mi insegna ogni giorno ad essere resiliente, ad accettare gli imprevisti, a mettere tutto in discussione. Con il sorriso. Perché sì, per me nulla è più appagante di sentirmi chiamare mamma.
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