“Mi fai una foto?” Il più delle volte inizia così, con una richiesta innocente accompagnata da battito di ciglia. Innocente solo in apparenza, perché in realtà noi abbiamo già pensato che scatto vogliamo, con quale sfondo e soprattutto abbiamo ben chiaro il risultato desiderato. Che deve essere come l’immagine patinata che abbiamo visto su una rivista, popolare come quella delle blogger su Instagram ma assolutamente naturale e spontanea. Lui prende il telefono, la maggior parte con la stessa voglia che ha quando va dal dentista, e si appresta a scattare. “No, no, aspetta che ti spiego…” eh, caro mio, credevi di cavartela con un clic. E invece. Dopo la spiegazione dettagliata di tutti i particolari, lei si mette in posa e lui scatta. Accade anche che si impegni, per cui le dia indicazioni, spostati a destra, alza il vestito, no, seria no, dai. E intanto noi ci stufiamo. O meglio ci vergogniamo, perché qualche passante ci guarda e non ci va di fare la parte delle vanesie. E mentre lui va avanti, immedesimandosi in Richard Avedon, noi senza pudore, ad alta voce “Ma dai, tesoro, va bene così! Mi hai già fatto tante foto! Dai basta!” Come se fosse stato lui ad avere l’idea. A quel punto lui molla il telefono, noi lo afferriamo e, come da copione, non c’è una foto che risponda ai nostri desideri. Una ha gli occhi chiusi. Uhh, che rughe in quella. Ma guarda, qui sembro ancora più bassa. No no, lì ho gli occhi da pesce lesso. Ovviamente tutte considerazioni che le più educate fanno tra sè e sè, che già tanto che ci ha fotografato. Ci manca che ci lamentiamo e ci siamo giocate la giornata. Poi, mentre non ci vede, selfie di rigore e finalmente ci siamo. Non perfetto, ma nettamente meglio. Conservando però in memoria una delle sue, cosicché si senta fiero del suo lavoro. Amore è anche una foto con gli occhi chiusi, ma scattata con il cuore 😉