L’America che amo è quella lontano dalle città. Quella delle distese infinite, dei canyon, dei deserti, dei campi irrigati a perdita d’occhio, delle pianure punteggiate qua e là da ranch e da silos per l’acqua. L’America che amo è quella conquistata dai pionieri, dai cercatori d’oro, sí da quei delinquenti pronti a tutto, in cerca di fortuna, in fuga dalla miseria, avanti, sempre avanti, verso ovest. L’America che amo è quella degli indiani e delle loro tradizioni, difese con i denti, tutelate con dignità, riconquistate pian piano e palpabili in ogni angolo di quelle che una volta erano davvero le loro terre. L’America che amo è quella delle cittadine che ho attraversato oggi, vie con poche case intorno, ad ogni angolo una bandiera americana, a ricordarsi chi sono. Sí perché quello che unisce i discendenti dei pionieri, francesi, inglesi, danesi, italiani, spagnoli, tedeschi, irlandesi, e degli immigrati più recenti, messicani, giapponesi, orientali, indiani, ecco ciò che li unisce è quella bandiera. Non una storia come la nostra, lunga duemila anni, ricca, complessa, poderosa. No. No. La loro storia è brevissima, centocinquanta, duecento anni al massimo. Eppure in un tempo breve loro sono diventati un popolo. Unico. Composito da etnie diversissime. Con mille contraddizioni. Ma con un unico credo comune, la patria. Proud to be American. E lo percepisci. Ad ogni angolo. E li invidi. Perché noi che siamo italiani, la culla della civiltà, questo orgoglio non lo abbiamo. Noi che abbiamo una storia comune in fondo, dimentichiamo di chi siamo eredi, di quanti italiani di cui vantarsi ci siano stati, di quanto ci è costato diventare una nazione. L’America che amo è questa. Quella a stelle e strisce. Sulle bandiere, sui muri, nel cuore. 🇺🇸