San Francisco mi accoglie in una giornata di sole, l’aria fresca, il cielo azzurro senza nuvole. Una metropoli che non sembra una metropoli. Verde, tanto verde, lungo i viali, nei parchi, nell’ampia zona litoranea. E queste case a due piani, dai colori tenui, che si aggrappano alle strade in salita e in discesa, e sembrano sorriderti mentre le guardi meravigliata, incollata al finestrino dell’auto. Come nel film “Sweet November”, lo ricordate? Che gli Stati Uniti li conosciamo un po’ tutti dai film (e i miei figli ora dai giochi della XBox) e questo li rende a tratti stranamente familiari. San Francisco è anche il Golden Gate, elegante, maestoso, semplicemente bello, su un mare battuto dal vento, solcato dalle barche a vela e lí, in mezzo, Alcatraz. Da brividi. Una città unica, questa. Che non ha l’estensione paurosa di Los Angeles. La frenesia di New York. L’aspetto europeo di Boston. L’estrosità di New Orleans. La freddezza di Chicago. La potenza di Washington. E che pure è anche tutto questo. Una città che sembra europea ma che di europeo non ha nulla. Anzi. È libera, semplice, giovane, beat. Tutto quello che non è l’Europa. San Francisco conquista e affascina. Come una bella donna, struccata, in scarpe da ginnastica, che non se la tira. Ma che, quando sorride, non lascia scampo.