Ho visitato gli Stati Uniti la prima volta trent’anni fa. Ero una ragazzina eppure ricordo le emozioni di quel viaggio, i grattacieli, i colori sorprendenti della natura, la sensazione che in quel paese tutto fosse grande, le auto, gli spazi, i piatti serviti al ristorante. Sono tornata poi molte volte da allora, periodi brevi, periodi lunghi, nelle città o nei grandi parchi che costellano questo immenso territorio. E ogni volta mi sento perfettamente a mio agio. Sono innamorata degli States, sebbene ne colga le mille contraddizioni. Sono innamorata del profondo senso di libertà che vi respiro. Del rispetto per la propria nazione e delle tante bandiere esposte in ogni casa, locale, palazzo. Dei grandi parchi che offrono panorami senza eguali e delle città, caotiche, luminose, insonni. Di questo popolo caciarone, un po’ come noi italiani, un insieme di razze e di colori, estroverso, esagerato, in tutto. Adoro girare gli Stati Uniti in auto, on the road, dalle strade dritte dritte in mezzo al nulla alle autostrade a cinque corsie di Los Angeles. Conoscere, indagare, provare. Profumi, colori, sapori. Senza sosta. Perché, come dice Kerouac, “Basta seguire la strada e prima o poi si fa il giro del mondo. Non può finire in nessun altro posto, no?”