Stanca e incazzata. Una trottola sempre in pista, un criceto nella ruota che corre corre e non arriva mai. Quante volte ci siamo sentite così? Incapaci di dire di no. Incapaci di metterci al primo posto. Incapaci di fermarci un attimo solo per vedere che effetto fa osservare gli altri che corrono. E quando ci abbiamo provato, a dire di no, ci siamo sentite dare delle egoiste, abbiamo notato sguardi di rimprovero, come se ci fosse una frecciona sulla nostra testa. Lei, sì lei, non ci ha aiutato. E basta, caspita. E uso caspita e non cazzo perchè mi dicono che non si dice. Sì perché in questa corsa per arrivare a esserci per tutti, per i figli, per il marito, per i genitori, per i suoceri e i parenti tutti, per il lavoro, per gli amici, ecco in questo delirio devi anche essere educata, carina, fine e sorridente. Una signora. Quando invece hai un fanculo in canna e già ti vedi con il vestito bianco come la Bertè a cantare “non sono una signora”, non rompete e datemi tregua. Ecco. Che poi fai le sfuriate a figli e marito e ti guardano con i loro occhioni innocenti, mentre servi la cena sbattendo i piatti e urlando come una pazza, e ti dicono che devi farti curare, da uno bravo. Dura Il tempo di una sera. La mattina sei già come l’orsetto della duracell in pista per tutti. E se vai in palestra ti rinfacciano che, se hai il tempo di fare quello, vuol dire che poi non sei così presa. Mica capiscono che ci vai per sfogare un’energia nervosa che potrebbe illuminare una città. La colpa é nostra in fondo, e questo ci fa arrabbiare ancora di più. Eppure dobbiamo imparare. A dirli sti no. Per noi. Per non fondere. Per respirare. Che sempre in apnea si finisce per affogare….