Mattina lenta. Domenica. Prima di un lunedì che è ancora domenica. Il gusto della colazione con calma. Gli orologi che lavorano inutilmente a segnare ore che non hanno importanza oggi. Silenzio. Mancanza. Sì mancanza. Perché in una giornata così perfettamente oziosa manchi tu. E non è un dettaglio. Tu che mi avresti baciato sulla fronte appena sveglia. Tu che ti saresti accoccolato accanto a me che fin dall’alba leggevo un libro, l’ennesimo. Tu. Che mi hai insegnato il valore della lentezza. Delle piccole cose. Dei momenti pieni solo di parole, senza azioni, senza programmi, solo noi e le nostre anime. A me che sono sempre in movimento, che riempio il giorno fino alla saturazione, per non pensare, per non fermarmi, per non dubitare. Tu mi prendi e mi fai sedere. Parlare. Sfogare. Ridere. Sognare. Con calma. Navigare insieme dalla letteratura all’arte, passando per il programma di un nuovo viaggio e per l’ennesima sconfitta dell’Inter. Mancanza. Qui, seduta. Il piatto vuoto della mia colazione lenta. La tua voce lontana nel telefono. L’urgenza di riempire quel vuoto che con te è possibilità, senza di te è vuoto e basta. Oggi il silenzio rimbomba. E allora vada per i Rolling Stones, doccia, auto in moto e via a circondarsi di rumore. Domani sarà migliore. Domani, finalmente, ci sarai di nuovo tu ❤️