Non sono una che porta rancore. Anzi, che non so neanche cosa sia. Mi arrabbio, e anche tanto, ma tendo a trovare una riconciliazione e a passare oltre. E se ci tengo a una persona perdono, giustifico, minimizzo. Una due tre cinque dieci volte. Fino a sembrare ciula in effetti e a dare l’idea che mi si possa trattare come una pezza da piedi tanto sorrido sempre. Vado avanti così un sacco di tempo. Trovo una motivazione agli sgarbi, alle mancanze, alla superficialità, alla noncuranza nei confronti dei miei sentimenti anche per giustificare a me stessa il tempo che ho investito in quella relazione, amicizia, amore o lavoro che sia. Finché mi stanco. E a quel punto smetto di arrabbiarmi e la persona cessa di esistere nel mio mondo. La corda si rompe e la butto pure via. E incredibilmente mi sento libera e leggera, perché le giustificazioni nei sentimenti sono un fardello pesante, una zavorra al cuore. Non sento più nulla e tutto diventa parte di un passato che non può tornare. Le persone devi amarle quando le hai accanto, non quando le hai esasperate e se ne sono andate. Nulla di più vero. Non tirate la corda. Rispettate gli altri. Siate leali, onesti, sinceri. Parlate chiaramente e non prendetevi gioco degli altri. Perché pentirsene dopo ha davvero un sapore amaro.