Mi è stato insegnato che nella vita devi dare cento per ricevere, forse, uno. Che la bellezza dell’amore e dell’amicizia consiste nel donare e che questo non deve mai essere un do ut des. Sono fermamente convinta che uno dei sommi piaceri della vita sia organizzare una sorpresa ad una persona a cui vuoi bene. Il fermento dell’idea che prende forma. L’ansia che tutto vada secondo i piani. La gioia di pensare alle possibili reazioni. L’adrenalina dell’ultimo momento e delle possibili complicazioni. E alla fine, se tutto funziona, l’impagabile sorriso del destinatario. Nulla batte tutto questo. Nessun regalo, nessun oggetto, nessun complimento. La felicità dell’inatteso, preparato per lui, solo per lui. Sarà che a me piacciono le sorprese, e che in questa vita sembrano esistere solo quelle brutte, di sorprese. E sempre meno qualcuno disposto a idearne, crearne, metterle in essere. E sia. Io non smetterò mai di essere una “surprise maker”, per dirla all’anglosassone che fa molto figo, e peccato per chi ci rinuncia per pigrizia. O, peggio, per mancanza di fantasia. Mi hanno insegnato a dare. E ci provo, ogni giorno. Tanto non sarà mai abbastanza per chi invece sta lì, immobile, e spera di ricevere. Che stupidi. La vita ci emoziona agendo, non patendo. La vita è un brivido che vola via, dice Vasco, e non so voi ma io, di brividi, non voglio perdermene neanche uno….