“Ritorno al futuro” coi miei ragazzi. E gli anni ’80 che ti scorrono davanti agli occhi. I tuoi anni ’80. Le musicassette e i vhs. Il telefono fisso con la rotella. I capelli con il ciuffo e le spalle imbottite. Le felpe della Naj Oleari e le Vans, la cintura del Charro e i pantaloni della Energy. Umberto Tozzi e Claudio Baglioni. La vecchia Golf e le macchine squadrate. “Cioè” e le domande su dove mettere la lingua quando dai un bacio, che poi la provi davanti allo specchio e ti fa schifo, e cresci complessata. Che poi tu lo avevi capito ma l’altro no e se ne stava lì fermo immobile, che non c’è nulla di peggiore di uno che tiene la lingua ferma in quella situazione, è come uno che ti da la mano morta invece di stringerla. Gli anni ’80 e Raf che cantava “Cosa resterà di questi Anni Ottanta afferrati già scivolati via…”, mentre il muro di Berlino si sgretolava e tu credevi che tutto fosse possibile. Ecco Il mio ritorno al futuro vorrei mi restituisse questo, la capacità di credere, ancora, che tutto sia possibile….