Hai voglia di leggere una bella storia? Una di quelle da dire poi ancora ancora come quando eravamo piccolini? Ecco allora siediti e leggi. Vorrei dirti ascolta ma un video avrebbe distratto anche se leggere storie mi piace un sacco. Siediti e leggi. C’era una volta…no anzi once upon a time fa più global…once upon a time (uans apon e taime) in una piccola città…no però così non va..non puoi leggere la storia del secolo in piedi mentre torni a casa. Primo rischi di pestare qualche cosa e poi altroché c’era una volta. Secondo non è un navigatore ma un cellulare. Per cui vai a casa e ne riparliamo poi. Bene. Sei a casa? Hai tolto cappotto sciarpa cappello scarpe (spero senza sorprese). Ecco adesso siediti. E inizia a leggere. C’era una volta…e no però non è che puoi leggere con la TV accesa. Per leggere ci vuole attenzione. Spegni e ne riparliamo. A questo punto il 90% dei lettori si sarà rotto le balle, anzi secondo me anche dieci righe prima. Comunque mio caro amico, visto che sei in relax prendi un bicchiere, un bel calice, e versati del buon vino. Bianco o rosso. Come vuoi. Basta che sia davvero buono, che il Tavernello non va bene per una storia speciale. Versato? Seduto? Gambe allungate? Oh adesso sì che si ragiona. Buono il vino? Allora sei dello spirito giusto per leggere una bella storia. Breve in verità. Perché non é necessario farla lunga per raccontare qualcosa di bello. Ma é importante che chi ascolta sia attento e oggi siamo tutti così veloci che abbiamo perso il valore della lentezza. L’insostenibile lentezza dell’essere. Ecco questa storia parla di questo. C’era una volta una città, nè piccola nè grande, una di quelle città di provincia dove le notizie vengono scritte al bar e commentate dal parrucchiere. Una di quelle città tra campagna e montagne, in cui tutti parlano quando non sono stati interpellati e stanno zitti quando vengono chiamati in causa. Insomma uno di quei borghi italiani che sono il mondo e che basterebbe osservarli freddamente per riconoscere in essi vizi e virtù globali. Senza tante indagini di mercato e senza scomodare sociologi di fama. Ecco in questa cittadina viveva un uomo non bello non brutto, non giovane non vecchio, una di quelle persone che attraversano la vita senza che gli altri se ne accorgano. Eppure lui aveva una virtù. Sapeva ascoltare. E ne aveva fatto una professione. Si sì non ridere mentre ti scoli il secondo bicchiere. Faceva l’ascoltatore. E fuori dalla sua porta arrivavano da ogni dove per raccontare, raccontarsi, confessarsi. Non era un prete e neanche uno psicologo. Non giudicava. Ma con la sua pipa in bocca regalava il tempo per ascoltare gli altri. E dalla sua bocca nulla usciva. Ovviamente alla lunga a chi faceva la storia al bar e la commentava dal parrucchiere questa vicenda cominció a dare fastidio. Che si sa gratis nulla fa niente. E di sicuro nasconde qualcosa. Eh chissà cosa combinerà dentro quella casa fumosa. E fecero e dissero che un giorno lui scomparve. La coda fuori dalla sua casa si allungò e poi, pian piano sparì, e tutti a tenersi dentro tutto. Ma si sa, a tenersi dentro le cose poi si esplode come il Vesuvio e allora si inizió a dire questo a quello è quello a questo e questo lo racconto all’altro e pian piano tutti seppero tutto di tutto e immagina i pasticci che ne vennero fuori! Che troppe confessioni tutte d’un colpo furono un vero terremoto. E così andarono a cercarlo. A chiedere scusa. A chiedere di riaverlo tra loro. Perché il bene più grande è un amico che ti ascolta. E se ce l’hai non chiederti perché lo fa. Magari è proprio così, solo perché ti vuole bene, oppure perché in te vive emozioni a lui negate. Morale lo trovarono. Ma lui non tornó indietro. Perché ricorda bene che un animo sensibile se ferito non rimprovera ma non perdona mai. E a loro non restó che tornare ai loro bar e alle loro storie. E tu, al terzo bicchiere cosa farai? Cosa sei tu? Ascoltatore o narratore? In ogni caso ricorda sempre che nulla vale più della sensibilità e del tempo altrui. Non tradirli mai. Non sminuirli mai. A soffrirne alla fine sarai tu. Comunque grazie per avermi fatto compagnia in questo post così lungo. È stato bello averti accanto. E ora prosit, che dopo tutto questo scrivere un buon rosso me lo merito anche io…..