Troppe cose per la testa. Tutte insieme. Il dannato cellulare che ci tiene costamente connessi con il mondo. Un mondo che ci vuole attivi, multitasking, impegnati su mille fronti. E l’incapacità di soffermarsi su ciò che stiamo facendo. Agiamo senza pensare, perché stiamo già pensando a quello che faremo dopo. Non viviamo l’attimo ma siamo già nel futuro. E ci sfugge il presente. È la malattia della nostra società. Poi succede anche che dimentichiamo di portare il bambino all’asilo e lui resta sul seggiolino dell’auto. Una tragedia. Che interessa tutti noi. Che deve far riflettere. Che deve dirci basta così, adesso è troppo.