Ho passato l’ultima mezz’ora a riguardare la galleria delle foto sul telefono. Scatti con marito, figli, amici, parenti, in palestra, al lavoro, in giro per il mondo. Tanti colori, tanti sorrisi. Gli ultimi anni sono stati una girandola di eventi. Dal 2015 a oggi ho realizzato il mio sogno di pubblicare un libro. Non uno, ma cinque. Mi sono trovata catapultata nel mondo della tv senza che fosse mai stato nell’elenco delle cose da fare da grande. Sono diventata pubblicista, di fatto una conferma di una attività giornalistica che svolgo da più di dieci anni. Ho conosciuto scrittori mitici, prima tra tutte la grande Sveva Casati Modignani, sono stata a cena con Vittorio Sgarbi e l’ho pure portato a Mortara a San Cassiano, ho partecipato a un programma tv e conosciuto Gerry Scotti, il mitico Ettore Andenna di fronte alle telecamere mi ha fatto i complimenti per il mio modo di pormi in tv. Ho visto i Bronzi di Riace, i Jeshua Trees, la Midway, la Sirenetta, il castello di Neuschwanstein, la Porziuncola e altri Mille luoghi mitici che sognavo. Ho amato così tanto da sentire scoppiare il cuore e spero che le persone lo abbiano capito. Ho salutato mia nonna, partita per un viaggio senza ritorno, ma sempre nel mio cuore e nella mia mente. Ho visto i miei genitori cambiare e diventare anziani, e anche io sono cambiata con loro e ho rivisto tante priorità. Ho sempre corso tanto nella mia vita, non esiste camminare per me, ma solo andare a mille all’ora, sempre. Eppure il covid mi ha fermato. È vero, ho fatto molto anche in questo 2020, ma la testa si è fermata. E non so se ho voglia di ripartire nella stessa direzione. Si sono fatti avanti altri bisogni e il tacco 12 è nella scarpiera in attesa di sapere il suo destino. Ho bisogno di fermarmi, ma non perché me lo impone la pandemia, perché ho bisogno di sedermi con un libro in mano. Ho bisogno di studiare. Di approfondire. Di indagare. Adoro studiare ed è da troppo che non lo faccio. Forse ho nutrito troppo il corpo in questo annus horribilis, per spegnere la mente e non pensare a cosa stava succedendo. Non sono mai stata così allenata e in forma, nonostante la chiusura delle palestre. Ora la mente chiede il conto. E credo che la accontenterò. Nell’anno Dantesco mi dedicherò ad imparare qualche cosa di nuovo e poi ve lo racconterò. Come sempre. Se vi va. E voi, che farete?