Ci siamo. Festa dell’Oca. Che non è il nome esatto ma per noi mortaresi è la festa dell’Oca. Un fine settimana di musica, gastronomia, mostre, rievocazione storica. La città che si riempie a dismisura e ci sembra di essere caput mundi. Anche se della gente che viene da fuori poco ci importa. Bello passeggiare e incontrare amici, parenti, compagni di scuola che da anni non vedevi, una carambata dopo l’altra che ci fa sentire più giovani. O più vecchi. Dipende se siete pessimisti o ottimisti. La festa dell’Oca é bella. Punto. Ve lo dice una che con Mortara è sempre in guerra. Ma questi giorni sono la nostra tradizione, essenza, forza. Al bando tutti quelli che fanno gli smorbi, no noi andiamo via, troppa confusione, sempre la stessa roba, che stufa le oche, che rumore, non si trova posteggio. Sì al bando e, lasciatevelo dire, non capite niente. Voi, che non partecipate ai tri pas e poi andate alla notte bianca del comune a fianco, voi che fate i superiori davanti alle bancarelle di salame d’oca e poi andate a mangiare le caldarroste vendute dal pakistano in piazza duomo a Milano, ecco voi vi meritate le domeniche pomeriggio buie e nebbiose, voi i negozi chiusi e le strade deserte che tanto denigrate. Noi un bel panino col salame d’oca, ciccioli a fiumi e gli sbandieratori a lasciarci a bocca aperta.
Brava Colli! Al bando gli “smorbi”
E infatti è stata una festa bellissima, as usual