Non è facile affrontare questa situazione. No, non lo é per nulla. Abituati a muoverci in lungo e in largo, a incontrare persone, a organizzare la nostra vita come vogliamo. Confesso di aver provato un senso di oppressione i primi due giorni. Anche un po’ di scoramento nel cancellare appuntamenti e riorganizzare gran parte del lavoro da casa. Con i figli che vivono con in mano il cellulare: chi capisce adesso se stanno cazzeggiando o se sono davvero connessi con la scuola? Con il marito nella stessa situazione, a litigarci un computer in quattro per poter gestire lo Smart working. Per non parlare del fatto che, ammettiamolo, va bene la famiglia del Mulino Bianco, ma tutti insieme appassionatamente per 24 ore lo sopporti uno o due giorni, poi inevitabilmente ti pesti i piedi e discuti. Non è solo la vita sociale ad essere impattata, ma anche quella familiare, che va rimodulata. Dicevo, é stata dura all’inizio. Poi ho pensato che fosse un’occasione di crescita. Si, proprio così. Perché ogni cambiamento, ogni sfida ci costringe a mettere in atto nuove soluzioni e a far lavorare di più il cervello. E in questo modo ci evolviamo, miglioriamo. Proviamo ad affrontarla così. Magari è più semplice. Magari no. Tanto vale provare. Sempre meglio che passare la giornata a lamentarsi e a pensare a come si stava meglio quando si stava peggio.