Sì, lo so, è banale definire Roma la grande bellezza dopo il film con Tony Servillo. Eppure a me oggi Roma pareva davvero ‘na grande bellezza. Struggente eppure luminosa. Vitale eppure antica. Rumorosa eppure intima. Una manciata di ore a spasso tra la storia, così intensa da togliere il fiato, il sorriso sulle labbra e le palpebre umide di un pianto trattenuto. Potrei visitarla mille volte e riuscirebbe sempre a incantarmi. Su di tutto il foro romano, le colonne, il colosseo, vestigia di un mondo che è il mio. Fatto di storia, arte, letteratura. Ma soprattutto di uomini che da duemila anni hanno sempre qualche cosa da raccontarci. Quando vado a Roma capisco di cosa sono fatta. Quale è la mia indole. Non che non lo sappia tutto il resto del tempo, ma davanti a lei ho il coraggio di esserlo. Quell’insieme contorto di riflessività ed estro, di rigore e follia che si specchia tra le vestigia di una città che è una contraddizione continua. E forse per questo mi fa sentire a mio agio. Perchè le mie contraddizioni qui diventano normalità e io faccio un po’ pace con i miei fantasmi. Torneró presto Roma, perchè non c’è niente da fare. Tu sei la mia grande bellezza.