Piove. Autunno. Finalmente. E non perché ami la stagione fredda più dell’assoluta estate. No. Solo da un po’ ho l’autunno dentro e questo stonava con la bellezza del cielo blu. Oggi perlomeno sono pendant. Grigio dentro, grigio fuori. Succede, talvolta. Striscia lentamente dentro di te e ti trascina pian piano giù. Il più delle volte passa come un temporale estivo, talvolta invece la perturbazione dura mesi. A sto giro, ho ben chiare le cause, un paio di delusioni di troppo, più pesanti di quello che apparivano a prima vista, la menopausa alle porte, la stanchezza di rialzarsi ogni volta. Che mi rialzo anche a sto giro, lo sto già facendo, ma che fatica. Che fatica sorridere al mondo. Che fatica fingere che sia sempre tutto ok. Che fatica sminuire l’amarezza per quel progetto naufragato dopo anni di lavoro. Che fatica dire nessun problema. Che fatica. E poi accade anche che trascuri gli amici, che quando sei così ti stai sul cazzo e l’ultima cosa che vorresti è scaricare sugli altri le tue menate. No. Io sono quella che aiuta, consola, incita. Allora mi chiudo nel mio studio, tra i miei libri, nel mio nido, e aspetto di ripartire. Intanto fuori piove. E io non ho nessuna voglia di usare l’ombrello.