Della Regina Elisabetta sappiamo tanto, tantissimo. Personaggio mediatico suo malgrado, di lei abbiamo immagini, filmati, discorsi più che di ogni altro monarca passato o contemporaneo. Icona pop, amata anche da chi non ama la monarchia, sulla sua eredità scriveranno in molti, come già hanno fatto durante la sua lunga vita. Aldilà delle celebrazioni, credo che Elisabetta sia da tenere come esempio per alcuni aspetti che riguardano la vita di tutti noi, comuni mortali. Primo, la coerenza. Devota alla corona fino alla fine, ha speso una vita al servizio del suo Paese e del suo ruolo. Senza mai rinnegare se stessa. E io credo che in un mondo di trasformismo opportunista, questa sia una dote di grande valore. Secondo, la riservatezza. Sappiamo tutto di lei, ma in fondo non sappiamo nulla. Solo quello che ha voluto farci sapere, centellinato per giunta. In questa era in cui condividiamo anche quante volte andiamo in bagno per un like in più e per un attimo di popolarità, lei è esempio lampante che la grandezza emerge a prescindere dai social. Anzi. Terzo, lo stile. Mai sopra le righe, neppure in gioventù, perfetta nella sua divisa, sorridente anche nella bufera. Ecco, poi ci sarebbero molti altri aspetti da ricordare, ma, come dicevo, lasciamolo fare agli esperti, che, ne sono sicura, sapranno valutare i settant’anni di regno con la giusta competenza. A me piace ricordarla per queste tre doti, coerenza, riservatezza, stile. E far mie le parole da lei pronunciate nel 2002: “Ogni giorno è un nuovo inizio, so che l’unico modo per vivere la mia vita è cercare di fare ciò che è giusto, guardare a lungo, dare il meglio di me in tutto ciò che la giornata porta e mettere la mia fiducia in Dio”.