A me è sempre piaciuto andare a scuola. Sono sempre stata in controtendenza, lo so, ma é un dato di fatto. A me la scuola piaceva, a partire dagli oggetti fino alle ore di studio sui libri. Da piccola, ancora in età prescolare, uno dei miei sogni era la cartella. Vedevo le mie amichette più grandi uscire di casa la mattina con grembiulino bianco, fiocco azzurro e la loro cartella di pelle blu, bordeaux o tinta cuoio sulle spalle e morivo di invidia. Quando ho avuto la mia prima cartella è stato come ricevere una Birkin di Hermès. E vogliamo parlare dell’astuccio? Un orgasmo, con tutti quei pastelli, matite, gomme. Per non parlare dei libri, che sapevano di buono, tanto che li ho sempre annusati prima di leggerli, sottolinearli, studiarli, viverli. Crescendo, nulla é cambiato. L’inizio della scuola è sempre stato come prepararsi a una festa. Tutto nuovo, tutto perfetto. Poi è anche arrivata la Smemo ed é stato l’amore. Perché i miei diari sono davvero le pagine della mia adolescenza e dentro c’è di tutto: cucchiaini di plastica del gelato, fotografie, riccioli, disegni, frasi, dolori, gioie, paure, canzoni…tutto il mio mondo. Quando voglio tornare a quegli anni, prendo una Smemo, panciuta, enorme, tenuta insieme da fiocchi ed elastici e mi ci butto dentro. Mi piaceva la scuola, oh se mi piaceva. Mi piaceva studiare. Mi piaceva ascoltare i prof. Mi piacevano le gite. Mi piacevano i miei compagni. Il treno al mattino, l’intervallo, i bigliettini durante i compiti in classe, l’amore per il più figo della scuola.
E allora, l’augurio che posso fare ai nostri ragazzi, che domani iniziano, é che la scuola sia per loro anche solo la metà di quello che é stata per me. Gioia pura.
Buon anno ❤️