Ci sono giorni in cui nulla gira come dovrebbe. Sono quelli in cui senti addosso il peso degli anni, delle scelte sbagliate, delle parole stonate dette da un’amica anni fa. Quelli in cui i capelli fanno schifo, hai le rughe, ogni abito veste male e non sopporti nulla di te. Ok, questo accade anche nei giorni sì, ma nei giorni sì te ne fai una ragione e ci ridi sopra, nei giorni no eviti gli specchi, i contatti umani, le rotture di palle, che pure fanno a gara per inseguirti. Poi accendi la tv, e lasciamo stare, che tra covid, disastri ambientali, uxoricidi e disgrazie varie ti chiedi che cosa hai da ridere in tutte le foto che posti sui social. Sì, che cazzo ridi, che qui c’è da piangere, in sto mondo malato, e non solo di coronavirus. In questi giorni di merda, e scusate il termine, ma qui non si tratta di turpiloquio, bensì di precisione linguistica, che giorni così non li puoi definire diversamente, in questi giorni, dicevo, l’unica soluzione è spegnere tutto. Sedersi in un angolo. Leggere un libro. Guardare un filmone d’amore che hai già visto dieci volte. Spegnere il cervello. Se possibile, sfanculare un po’. Che ne so, con il governo, con i razzisti, con chi inquina l’ambiente. Con entità lontane, insomma. Perchè oggi non devi incontrare nessuno, perchè riusciresti a far perdere la pazienza anche a un monaco buddista e a litigare con il più paziente degli amici. Questi giorni vanno lasciati scivolare via, nella speranza che nessuno cerchi di pacificarvi con il mondo, perchè sono i famosi giorni “su da doss”. Domani andrà meglio. Domani sarai ancora pronta ai selfie con il sorriso. Che si sa, dopo la tempesta, brilla l’arcobaleno.