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Amicizia

L’amicizia è causa di felicità. Non è un cartiglio dei Baci Perugina, ma la prima frase che ho tradotto dal greco al liceo e che avevo scritto con l’Uniposca sul mio Invicta. Amicizia e felicità. Due punti fermi nella mia ricerca esistenziale. Fin da ragazzina ho dato un’importanza quasi sacra alle mie amiche, sia perché sono figlia unica e avevo bisogno di qualcuno con cui confidarmi, sia perché, insicura e mai soddisfatta, cercavo negli amici il conforto alle mie azioni. Le ricordo tutte le mie amiche speciali, specialmente quelle della prima adolescenza, dodici, tredici, quattordici anni, quante chiacchiere, quante confidenze! E poi quelle del mare, che vedevo tre mesi all’anno, ma erano tre mesi così intensi da cementare legami unici. Poi la vita separa, le scelte, il destino, gli amori. Ogni tanto sui social mi appare la foto delle mie amiche di un tempo. Continuano a vedersi, a frequentarsi, sempre loro, sempre belle. Io mi ritrovo come una bambina davanti a un negozio di bambole: guardo e vorrei essere lì con loro, vorrei anche io avere le amiche di una vita, con cui fare un ape al venerdì o con cui parlare dei miei figli. Ma, a ben guardare, non sono mai stata una di loro. Mi sono sempre sentita diversa, e non chiedetemi perché. No, non migliore. Almeno! Me la sarei tirata e bon. Sempre un passo indietro, mai alla loro altezza. Che sciocca vero? Ma quando sei giovane non agisci in modo razionale, valuti in base a tuoi parametri e alla fine ti autoescludi. La vita va avanti, dicevamo, e mi ha regalato amicizie nuove, fantastiche, e alcuni ritorni dal passato. Così, ad una di queste, ho chiesto come fossi ai tempi del liceo. Lei mi ha risposto “diversa”. Diversa da ora, intendeva. Ma ha ragione, ero diversa e troppo brava a scuola, troppo perfetta per essere un’amica, più chiusa, più insicura. Oggi che sono una quarantenne un po’ fuori di melone certo è tutto più facile, ora che ho imparato a fregarmene dei giudizi, a guardarmi allo specchio e a piacermi, ad essere come sono e va bene così. Ora è tutto più facile, si. Ma resta quel “l’amicizia è causa di felicità”, come un mantra senza tempo. E la scoperta che forse non sono così male, se un’amica di quelle del mare, che conosco da 40 anni, qualche giorno fa mi ha detto che sono una delle poche persone di cui si fida totalmente, a cui metterebbe in mano la sua vita. Una persona che oggi vedo una settimana all’anno, se va bene, e che però è riuscita a farmi piangere con la sua confidenza. A me? Davvero ce l’ha con me? Davvero sono così amica per lei? Non avete idea la gioia. Stringete forte gli amici, coccolateli, vezzeggiateli, date date date senza stancarvi mai. Sono un patrimonio unico e non importa se ogni tanto arriva qualche fregatura. Siate voi stessi senza remore, perché un amico vi amerà per come siete, non per come volete apparire. Non chiudete porte, perché potrebbero tornare dal passato e darvi felicità inaspettata. Amate e non chiedete nulla in cambio. Questa, ve lo garantisco, è felicità.

η φιλία ευδαιμονίας αιτία έστι
(Ecco la famosa frase in greco 😉 )

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