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Autostrade

Adoro la Liguria, in particolare il levante, che è stato la cornice delle mie estati da quando ero una bambina. Una territorio impervio, con le alture a ridosso del mare, i paesini abbarbicati sulle pendici e il mare lì, con gli scogli e le spiaggette nascoste dove non te le aspetti. Comoda la Liguria per noi lombardi, un’oretta e mezza e respiri la salsedine, il profumo della macchia mediterranea, la focaccia e il pesto. Lasci alle spalle lo smog delle nostre città, la nebbia d’inverno, le zanzare e la canicola estiva e in un attimo sei in una poesia di Montale. Andate a leggervi “Meriggiare pallido e assorto”, la Liguria è tutta lì, con le sue contraddizioni e la sua aspra bellezza. Eppure quest’anno è stato tutto più difficile. No, non per il Covid, le mascherine, gli ingressi contingentati in spiaggia. No, quelli sono compromessi per la nostra salute a cui ci si abitua in fretta. E’ stata dura a causa di un’autostrada resa peggio di una statale dell’hinterland. Sembra la vigevanese in un normale giorno lavorativo. Una corsia di marcia da Sestri Levante ad Arquata Scrivia, continui cambi di carreggiata, uscite chiuse e preghi di non rimanere bloccato da qualche ingorgo o incidente, altrimenti altrochè rilassante fine settimana, un incubo. E questo non per qualche giorno, ma da inizio estate. Da far passare la voglia di andare al mare. E, se passa a me, che sono follemente innamorata della Liguria, figuriamoci a chi non ha questo legame viscerale. Le abbiamo provate tutte, anche le strade di montagna, piacevoli per carità, nonostante la nausea incipiente, ma il doppio del tempo per arrivare è un po’ troppo anche per noi. Torneremo, ovvio. Anche se è un po’ da Tafazzi e il nervoso sale ogni volta. Torneremo perchè siamo innamorati. Ma che fatica….

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