Uomini e donne. Modo diversi per affrontare l’emergenza e la necessità di restare a casa. A parte le telefonate, le mail e il lavoro a pc in Smart working, l’uomo tende a divanizzarsi e vive la situazione con una rilassatezza che normalmente fa arrabbiare la donna. Ci sono tanti libri, tanti film, tanti documentari e, tra un pisolo e un altro, ci si può pure allenare da casa. Senza esagerare però, che poi mi si abbassano le difese immunitarie. La donna no. La donna di base è nevrotica come in premenopausa e mal sopporta la situazione. Appena firmato il decreto del presidente del consiglio, lei ne aveva uno pronto con una lista di lavori da fare in casa. Svuotare armadi, pulire i forni, disinfettare ogni angolo, riordinare studio. Senza perdere tempo, che i mestieri sono tanti. All’alba sveglia e come un’ape operosa non si ferma fino alla sera. E non sarebbe un problema se, da indole propria del femminile, non pretendesse lo stesso dall’uomo e dagli altri membri della famiglia, trasformandosi in una spaccaballe da cui si può fuggire solo andando sul balcone o in cantina. Non le sembra vero, infatti, di avere forza lavoro a disposizione e, all’uomo che la guarda allibito grattandosi un ammennicolo mentre lei su di una scala spolvera la sommità degli armadi, dá ordini e indicazioni in ordine sparso. A cui lui risponde con un va bene, e non fa nulla, perché l’importante è dire si, poi si vedrà. Dura la vita ai tempi del #iorestoacasa. Dura davvero. Due cuori, una capanna e, se sopravviviamo a questo periodo, felicità in eterno.