Insegnamenti
Giorni strani questi. Giorni stravolti da un’emergenza che non vorremmo e che, anche se non la condividiamo, modifica le nostre vite. Eppure il Coronavirus può insegnare alcune cose importanti.
Siamo vulnerabili, tutti, abbienti, meno abbienti, giovani, anziani, timidi, spavaldi. Il virus annulla le differenze e ci ricorda che prima di tutto siamo esseri umani. Conserviamo la nostra umanità ed evitiamo comportamenti senza senso, che il panico potrebbe generare.
Siamo oggi noi ad essere oggetto di limitazioni, noi, che abbiamo additato gli altri, stranieri, minoranze, ma anche persone semplicemente diverse da noi. Li abbiamo evitati, allontanati, ne abbiamo parlato con sufficienza se non disprezzo. Il “qui non possono entrare” è quanto di più violento possa esistere, perfino per gli animali. Il virus ci mette di fronte alla durezza dell’essere emarginati. Ricordiamocene quando sarà tutto finito e diamo inizio ad una civiltà senza preconcetti.
La libertà di ogni giorno viene meno in seguito ai provvedimenti. Non possiamo andare in palestra, non possiamo trovarci al bar, andare al cinema o a teatro. Tutte azioni scontate nella normalità, ma che per certe popolazioni nel mondo sono chimere irraggiungibili. Il virus ci insegna ad apprezzare la democrazia in cui viviamo, il mondo libero occidentale, la possibilità di essere e fare ciò che vogliamo.
Discutiamo per tutto. Lo fanno i politici, persi in cavilli utili solo ad accrescere il loro potere, lo facciamo noi ogni giorno. Anche qui sui social. Concentrati talmente sul criticare le azioni altrui da perdere di vista le proprie. Il virus ci insegna a dare priorità, perché non tutto è ugualmente importante e soprattutto spesso non vale la pena scontrarsi su inezie, solo per principio.
Riflettiamo sulla situazione, non lasciamo che ci trascini come un fiume in piena ma cerchiamo di nuotare seguendo la corrente. Viviamo il momento e ricordiamocene in futuro. Gli uomini tendono a dimenticare e a ripetere poi gli stessi errori. Non cadiamo in questo tranello: ogni situazione ha molto da insegnarci, rafforzandoci per il futuro. Approfittiamone.
#coronavirus
Coronavirus
Tranquilla, è solo un’influenza. Tanto rumore per nulla. Però non si parla d’altro. In tv, sui social, sui giornali, per strada. E allora ti immagini sti virusini che si aggirano ridendo sarcasticamente pronti ad infettarci, come i demonietti di un cartoon. Sí, ma poi ripeto é un’influenza. La maggior parte guarisce senza complicanze. Vuoi mica che io sia lo sfigato di turno che ha le complicanze? Sarà il caso di prendere vitamine e proibitici? Ma no dai. Però che palle che abbiano chiuso scuole e palestre. Neppure la gioia di un allenamento. Non posso neanche allontanare i timori con una bevuta in compagnia perché alle sei chiudono i bar. Resta Netflix. Vuoi vedere che è una combutta tra Netflix e Amuchina per fare affari a nostre spese? Adesso uscirà anche quello che tira in ballo Nostradamus e uno dei misteri di Fatima, lo sento. Però stasera mi pizzica il naso. Sarà che mi sono lavata le mani solo per 18 secondi e non venti? Che poi c’è gente che non si è mai lavata le mani dopo aver pulito il sedere e oggi compera il gel antisettico a 90 euro il barattolo. Che mondo strano eh? Il clima è impazzito e un virus, dico io un virus, una roba piccolissima, ferma gli Stati. Che casino. Sto clima di terrore non lo sopporto. Ma inevitabile esserne contagiato. Dal clima di terrore intendo. Dal virus chissà. Speriamo di no. Ma meglio a me che a un ottantenne cardiopatico. Sí, adesso faccio pure la buonista. Meglio a te che a me, altroché. Impauriti si, ipocriti no. Ma in fondo è solo un’influenza no?
Breve sintesi del loop dei pensieri di questi giorni.
Chi come me?
La peste
Manzoni non l’aveva vista, la peste,
ma aveva studiato documenti su documenti.
E allora descrive la follia, la psicosi,
le teorie assurde sulla sua origine, sui rimedi.
Descrive la scena di uno straniero (un “turista”)
a Milano che tocca un muro del duomo e viene linciato
dalla folla perché accusato di spargere il morbo.
Ma c’è una cosa che Manzoni descrive bene,
soprattutto, e che riprende da Boccaccio:
il momento di prova, di discrimine, tra umanità e
inumanità. Boccaccio sì che l’aveva vista,
la peste. Aveva visto amici, persone amate,
parenti, anche suo padre morire.
E Boccaccio ci spiega che l’effetto più
terribile della peste era la distruzione del
vivere civile. Perché il vicino iniziava a
odiare il vicino, il fratello iniziava a odiare
il fratello, e persino i figli abbandonavano
i genitori. La peste metteva gli uomini l’uno
contro l’altro. Lui rispondeva col Decameron,
il più grande inno alla vita e alla buona civiltà.
Manzoni rispondeva con la fede e la cultura,
che non evitano i guai ma, diceva,
insegnavano come affrontarli.
In generale, entrambi rispondevano in modo
simile: invitando a essere uomini,
a restare umani, quando il mondo impazzisce.
Coronavirus
Giorno 1 dei provvedimenti per emergenza Coronavirus. Ragazzi a casa da scuola per una settimana. Loro non ne sono molto dispiaciuti, a dire il vero. In un mondo di relazioni adolescenziali a colpi di chat, non è che stare in casa forzatamente possa poi cambiare molto le cose. Anzi. Per quanto mi riguarda, agenda stravolta a causa del virus. Appuntamenti cambiati. Priorità mutate. Palestra chiusa. Neanche la gioia dell’allenamento ma mi organizzerò.
Ecco, organizzarsi. RIorganizzarsi. Fronteggiare la novità. L’emergenza. Questo è uno dei pochi aspetto positivi di questa vicenda. Perché le situazioni nuove e inaspettate ci costringono a trovare soluzioni alternative. E questo è molto stimolante per il nostro cervello, mette in moto capacità di adattamento, ci obbliga a uscire dai percorsi segnati. Cogliete questa occasione. Affrontate la situazione. Con responsabilità e maturità, senza isterismi e follie collettive. Ogni difficoltà è uno stimolo alla crescita, non scordatelo mai ❤️
Shhh
Non mi piace chi fa ironia sulla situazione sanitaria di questi giorni. Neanche chi fa terrorismo psicologico. Il Coronavirus é una manna per i leoni da tastiera, per i tuttologi, per i disfattisti.
Tacere se non si ha nulla di importante da dire credo che debba far parte del decalogo diffuso su come affrontare l’emergenza.
#coronavirus
Fate l’amore
Fate l’amore.
Abbracciate la vita.
Ogni momento, ogni istante.
Non cercate di avere il controllo su tutto.
Il Coronavirus ci insegna che da un giorno all’altro tutto può essere stravolto. Indipendentemente dalla nostra volontà.
Accada quel che accada, ricordatevi di amare.
Sempre.
Carpe diem, quam minimum credula postero
Buona notte, amici miei ❤️
MFW 2020
Milano Fashion Week. La solita storia. Modelle sottopeso, appendini senza forme che sfilano, al limite del patologico. Meno male che nel 2011 avevano istituito un organo di vigilanza per non far sfilare modelle con misure off limits. Una di loro è alta 175 cm e indossa una taglia 38. Le sue misure secondo Star Management, una delle agenzie che la rappresenta, sono 84-58-84. Risultato: sottopeso evidente. Quando cambierà questa tendenza? Quando si faranno sfilare ragazze con canoni più sani? Allibita (e arrabbiata).