Quando ero piccola, i terremotati del Belice erano evocati come sinonimo di persone sventurate, trasandate, disordinate. Paragone odioso e superficiale, sicuramente. E per una vita non ho neanche ben saputo dove fosse questo Belice, così sventurato. Ecco, oggi l’ho sentito sulla pelle il dolore di queste persone che in pochi minuti hanno perso tutto, in molti casi anche la vita. Ho visto la valle, ricca di colline in cui la presenza dell’uomo è attestata solo dalle coltivazioni. Ho sentito il silenzio, totale, di queste vallate. Ho visto Poggioreale, paese fantasma, diroccato. E soprattutto ho camminato tra i muri del Cretto di Burri. Con la pelle d’oca. Un luogo da visitare, un esempio di Land Art toccante, una memoria degna di essere preservata e conosciuta. Perché solo così saremo uomini più consapevoli.
Incredibile!