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Angel

Oggi ho conosciuto Angel. Nel chiostro della Missione di San Diego, mi sono imbattuta in questo iguana, al guinzaglio della sua padrona. Lo teneva in braccio, con la lunga coda che pendeva, un po’ come se fosse un bimbo in un marsupio. E mi sono ricordata di anni fa, quando mi trovavo a Philadelphia per un soggiorno di studio di tre mesi. Avevo fatto amicizia con i ragazzi del quartiere dove viveva la famiglia che mi ospitava e una sera mi avevano invitato a casa di uno di loro a vedere il Football Americano in tv. Gli Eagles, per la precisione. Appena entrata nel soggiorno, mi ero trovata di fronte ad una grande gabbia, illuminata da una lampada, al cui interno c’era un lucertolone, un iguana appunto, che stava pure cambiando pelle. Donroe, il suo padrone, un ragazzone sempre bianco e rosso, lo aveva preso in braccio e me lo aveva fatto accarezzare. La repulsione era molta, lo confesso, ma visto che sono sempre stata curiosa, mi ero fatta convincere e avevo fatto amicizia con l’iguana. Che avevo poi visto tutte le volte che ci trovavamo in quella casa davanti alla tv, con Coors, sandwich, pop corn. E alle spalle un piccolo dinosauro che ci fissava. Così oggi non mi sono sorpresa. Anzi. Ho chiesto alla padrona come si chiamasse. Angel. Ovvio. Come vuoi chiamarlo un animale che sembra un drago?

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