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La cultura è l’unica droga che crea indipendenza

Ieri ho sistemato dei faldoni in un armadio e, aprendo cartellette e raccoglitori, ho rivisto vecchie pagelle, attestati, carte, che mi hanno trascinato in un vortice di ricordi. Ho sempre amato studiare e la mia adolescenza è stata animata davvero da “uno studio matto e disperatissimo”. Cercavo risposte nei libri, trovavo domande su cui riflettere per ore, storie di grandi condottieri, rime perfette di poeti immortali, pagine che si sono tatuate nella mia mente. Ho amato i greci e i latini con una passione totale, e loro mi hanno ricambiato come il più dolce degli amanti, regalandomi la letteratura, la filosofia, la tragedia, che per me, per dirla con Tucidide, sono diventate “un possesso per sempre”. Tradurre un brano era la sfida quotidiana per comprendere il senso profondo di quel testo, arrivare alla parola giusta, renderlo mio, riscriverlo nella mia lingua e non dimenticare mai cosa portava con sè. Perché la cultura non è un elenco di nozioni, ma un approccio all’esistenza che significa curiosità, meraviglia, attenzione, voglia di nutrire il proprio spirito. La cultura è la più potente delle armi contro le violenze e i soprusi, ci rende forti e consapevoli, colora il nostro mondo di sfumature tutte nuove perchè porta con sè il pensiero dei secoli. Leggete, studiate, osservate. Non permettete di farvi confondere con i paroloni vuoti, non accettate senza conoscere a fondo, non fermatevi all’apparenza. Perché, come ho letto da qualche parte, la cultura è l’unica droga che crea indipendenza.

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