Ho comperato questo libro attratta dal titolo e spaventata dal nome dell’autore. Sì perché quando hai scritto un romanzo come “La solitudine dei numeri primi” ogni altra frase che ti trovi a pubblicare è un esame di maturità. Temevo di subire una delusione, fatto che accade non raramente nelle mie numerosissime letture, e di rivedere il mio giudizio su questo autore che sa indagare l’animo umano e restituirlo al lettore in tutta la sua cruda verità. È stata invece una passione. Totale, improvvisa, netta. Per questa storia che sa di sale, vento, terra, di rapporti primitivi e senza mezze tinte, di amori giovanili che segnano una vita, di utopie e sogni senza i quali non vale la pena vivere. “Divorare il cielo”, i minuti, i giorni, le esperienze, amare, rischiare, lottare, perdere, sì perdere, perché i personaggi non sono dei vincenti e questo li rende così vicini a noi da spingere al pianto in alcuni passi. È finito in un giorno e mezzo. Troppo poco. Ma le sue parole hanno nutrito il mio cuore di sensazioni e la mia fantasia di suggestioni. Leggere è quel vizio che non voglio smettere mai e questi libri sono la mia droga preferita. Fatelo anche voi. Entrare nelle vite altrui attraverso la scrittura è un brivido che vi consiglio. Sempre. 😘