Era il 4 luglio 2003. San Siro. Il cuore pieno di energia ed eccitazione per quel concerto sognato da tempo. Ma anche di amarezza per quel dolore che non passava. Due mesi prima il bimbo che cresceva dentro di me aveva deciso di andare a volare lassù, angioletto tra gli angioletti. Ed io ero morta un po’. Come sempre nei momenti più duri della mia vita, dopo una settimana di pianti, mi ero fatta la doccia, mi ero truccata, infighettata, indossato il sorriso migliore e ripreso il quotidiano. Con tutta la forza di cui ero capace. Ma lui era lì, e ogni sera mi chiedevo se avrei superato anche quello. Poi quel 4 luglio. Ottantamila persone. San Siro che trema. E lui che intona Vivere. Anche se sei morto dentro. E devi essere sempre contento. Ho pianto tutto il tempo però ho ripreso a vivere. Non so se sia stato Vasco, la canzone o se solo i tempi erano maturi. Quella sera abbiamo concepito Leo, il mio ragazzo speciale, decisamente rock. Da allora ogni volta che qualcosa non va ascolto o canto questa canzone. Per sorridere dei guai, così come non hai fatto mai. E poi pensare che domani sarà sempre meglio!