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Angioletto

Quando sono in difficoltà penso a lui. E un pochino mi sento protetta. Sì perché avere un angelo custode, essere sicura di averlo, lassù, da qualche parte nel cielo, rende la vita più semplice. Non è il genio della lampada, se sei sfortunata lo sei lo stesso, gli sgambetti della vita non te li leva, eppure l’idea di un puttino paffuto che da lassù guarda cosa combini non è niente male. Sì, lui, o lei, chi lo sa. Il mio bimbo mai nato. Chiudo gli occhi e me lo vedo lì, sullo schermo dell’ecografo, il cuoricino che batte, tum tum tum, e la gioia di avere un senso in questo universo. Ho ritrovato me stessa diventando madre, in quel momento, davanti a quello schermo, il più bel film di sempre. Ho percepito in un istante la vita, la morte, il perché di tanti eventi passati. Ho iniziato ad amare il mio corpo, fantastica macchina, insuperabile, piena di risorse, che era capace di creare un altro essere umano, due cuori, il mio e il suo, che battevano a ritmi diversi ma che insieme producevano la musica della vita. Per settimane mi sono sentita la più bella, la più intelligente, la più più, come se fossi l’unica donna al mondo ad essere incinta. E poi in un attimo tutto è crollato. Sul divano, mentre guardavo una partita di calcio, ho sentito che la vita dentro di me mi lasciava. L’ho capito subito, alla prima fitta, e poi in ospedale, di nuovo l’eco e quel silenzio assordante. Il cuoricino non faceva più tum tum. Ma lui era ancora lì, attaccato a me, e avrei voluto schiacciarlo quel petto ancora informe, rianimarlo, dirgli eddai cavolo non si fanno sti scherzi. Niente. Hanno dovuto intervenire. Mi hanno letteralmente strappato le viscere. E dei tanti dolori che ho provato dopo allora, i parti, il dente del giudizio, gli interventi chirurgici, nessuno è mai stato così intenso. Ingigantito dal dolore del cuore, sbriciolato, il mio e il suo. Non so quanto ho pianto, credo una settimana. Ho attraversato il dolore, poi ho raccolto le forze, piegato le labbra all’insù e sono ripartita. Più forte. Più determinata. Già madre. Con la certezza che ci fosse da qualche parte il mio bimbo mai nato a vegliare su di me e sulla mia famiglia. Lì, a farsi pure due risate quando ne combino una della mie. Ciao piccolo mio, vissuto il tempo di un sogno, sempre accanto a me, angelo custode speciale che tiene tra le mani un pezzetto del mio cuore. 

(3) Commenti

  1. La tua sensibilità è preziosa✨ anche mia madre ha perso un figlioletto nella pancia, che avrebbe dovuto essere il mio gemello. Non mi immagino il tuo dolore, però sappi che non sei sola, queste cose ahimè capitano a tanti. Non c’è niente che non vada in te, nel caso te lo sia mai chiesto. E sono sicura che questo tuo figlio ti vegli da lassù💖 un abbraccio

    1. Grazie, è successo tanto tempo fa e ho superato. Era un ricordo dovuto ❤️

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