Migliaia di frasi per spiegare l’amore. Libri, poesie, racconti e perfino i cartigli dei Baci Perugina. Una letteratura intera praticamente inutile. Perché quando lo vivi questo amore, pieno, totale, illogico, irrazionale, le parole vengono meno. Che un bacio come lo spieghi, come lo racconti? Sì, per carità, puoi farlo, ma diventa così un puro resoconto anatomico di due corpi che si incontrano. E fa pure un po’ schifo dai parlare di lingue che si intrecciano. E uno sguardo? Come rendi l’intensità di quegli occhi che ti leggono dentro anche mentre bevi un bicchier d’acqua e parli dello sciopero dei treni? Come puoi descrivere il colore di occhi che neanche vedi perché in quel momento sei già oltre, in un mare senza confini? E un abbraccio? Un abbraccio lungo, stretto stretto ma dolcissimo, che ti racconta che sei sua, che lo sei sempre stata, che ti vuole qui adesso subito, che ti trasmette brividi, emozioni, timori, desideri. Come puoi spiegare due corpi che si intrecciano senza scadere nel volgare di un atto che può essere letto in mille modi, e mille ancora, tutti diversi unici speciali, ogni volta, e ogni volta ancora? Non lo afferri l’amore con le parole. Scivola via. Si nasconde tra le lettere, inganna la sintassi. Ma se decidi di parlare il suo linguaggio, quello fatto di gesti ed emozioni, allora sì, risuonerà dentro te. E non lo perderai mai.