Lo guardi. Ti guarda. E’ un attimo e la prefazione di una storia è già scritta. I colpi di fulmine esistono. Eccome. Anche se il più delle volte poi ti lasciano lì stecchita a leccarti le ferite. Ma se fossimo saggi e valutassimo il prima e il poi ci perderemmo tutto il durante. E, non so voi, ma io non presto mai molto attenzione alla sigla di inizio e ai titoli di coda. Mi interessa il succo della storia, anzi la polpa, quella che ti fa volare così in alto che tutto ha un senso, che ti coinvolge e ti stravolge, che scandisce il ritmo dei tuoi giorni e che rende l’alba emozionante e il tramonto inebriante. Una recente ricerca afferma che bastino venti centesimi di secondo dopo il contatto visivo con l’altro perchè nel cervello scattino dei processi chimici che rilasciano nel corpo delle sostanze – ossitocina, adrenalina e dopamina – in grado di provocare una sensazione di benessere ed eccitazione simile all’effetto di droghe. Ecco, premesso che di chimica, matematica & Co. non ci ho mai capito nulla e non mi sono neanche mai sforzata di farlo, credo che però basti davvero un attimo. Un attimo per sentire dentro il cuore che manca. L’effetto montagne russe. Il brivido che non ti spieghi. Il freddo, il caldo, il niente fiato, il checosaèstarobachenonmispiego. Ecco non spiegartela. Che ci pensano gli scienziati e i filosofi per quello. Tu, vivila. Che venti centesimi di secondo sono davvero pochi ma possono fare la rivoluzione.
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