Caro corpo, sì sì lo so che non hai neanche voglia di ascoltarmi ma, per favore, solo due parole. No no non voglio giustificarmi o chiedere scusa. Quello l’ho fatto mille volte e vale meno dell’euro, lo so. Uffa, non scalpitare, non voglio neanche dirti non lo faccio più, perché i buoni propositi della colli sono come bolle nel vento. Ecco se mi ascolti volevo semplicemente dirti che ho capito. Che hai vinto tu. Che non si può sempre tirare la corda, usare il proprio corpo come luogo per mettere alla prova la propria forza di volontà, per sfogare le tensioni e le frustrazioni, per allinearsi a dei modelli che forse non ci appartengono. Hai fatto bene. Semaforo rosso e adesso male, riposo, arresti domiciliari. Tu vai ascoltato. Si sì. Ognuno di noi ha un organismo che parla una lingua diversa e dovremmo imparare ad ascoltarlo, non cercare di dominarlo con la mente, come facciamo con tutto. Quante volte mi hai detto “ho sonno” e io giù caffè che di dormire non avevo tempo? Quante volte ero sfinita ma la palestra non si salta mai, manca l’aria se no, e via di allenamenti. Quante volte aulin per il mal di testa, spasmomen per la colite, integratori per tenere il ritmo, probiotici per non ammalarsi, tachipirina che la febbre non sia mai…e invece tu volevi solo un letto e una copertina. Ti giuro fedeltà da ora in poi. Si lo so. Sarebbe meglio non giurare che una come me non sa tener fede alle promesse. Ma stavolta è stata tosta. E in futuro cercherò di coccolarti come il più prezioso degli amanti. Ciò che in effetti sei. Che se mi abbandoni, come ora, davvero il mio cervello serve a poco. Mens sana in corpore sano. Lo canta anche Luca Carboni. E, lo sai, io alle canzoni do sempre retta. Allora, facciamo pace???