Quando ero piccola credevo che i regali li portasse Gesù Bambino. Gli preparavo il latte caldo e il panettone la sera prima. E ogni mattina di Natale era una festa scoprire che il latte non c’era più e che al posto del dolce erano rimaste solo le briciole. La stessa espressione tra il sorpreso e l’ansioso che ho visto poi sulle facce dei miei figli, che addirittura mi giuravano di aver sentito il rumore degli zoccoli delle renne. E poi è arrivata la delusione. Per me, per loro. Che quando ti dicono che i doni li portano la mamma e il papà ti crolla il mondo addosso. Io quel momento me lo ricordo perfettamente, in montagna, davanti ad una tazza di caffè latte. E la mia risposta “Lo sapevo già”. La stessa dei miei figli. Una palla. Dentro ti si spezza qualche cosa ed è da quel momento che cominci ad essere un po’ meno bambino, che il Natale perde un po’ di magia. La prima grande delusione, che se sei furbo poi impari a cascarci meno nelle illusioni. Se sei come me, continuano a fregarti a distanza di decenni. Però io una cosa continuo a farla. Il latte e il panettone. In cucina, prima di dormire. Perché non si sa mai. E quando lo bevo caldo caldo all’alba del 25 dicembre, in pigiama con le maniche tirate sulle mani, accoccolata sulla mia sedia in cucina, sono ancora la Cri Cri con le treccine di tanti anni fa….