Ti accorgi che stai invecchiando quando il mondo in cui sei cresciuta pian piano scompare. I punti saldi della tua cultura storica, geografica e politica non ci sono più. E quello che sembrava utopico è reale. È iniziato tutto con la morte di Papa Wojtyla credo. Il papa per me era quel volto e quello stile, quella forza e quel corrigerete che non tramonterà mai. Abbiamo avuto poi un papa dimesso e un presidente della Repubblica Italiana rieletto, seppur per poco. Sono venuti meno tutti i partiti politici e quello che ne resta ci lascia senza riferimenti. In America è stato eletto Paperon de Paperoni, che si è fatto un baffo di chi diceva ma vaaa. La geografia dell’est Europa che ho imparato a scuola non c’è più, e i confini sono relativi, con buona pace di Gorbaciov. Le nostre strade sono un melting pot senza controllo e la sensazione che faremo la fine dell’Impero Romano nessuno me la toglie. E adesso non c’è più neanche un dittatore di tutto rispetto. Che ok Kim Yung e altre schegge impazzite sparse per il mondo, ma qui mi riferisco a chi a buono o cattivo diritto è stato il mito per una generazione. Il Lider Maximo se ne va e lo fa ormai malato e anziano. Che a uno come lui spettava una morte diversa, che se sei stato un grande leader come muori è quasi più importante di quello che hai fatto in vita. Nel bene e nel male ripeto. Non ho competenze politiche e lungi da me giudicare. Ma Cuba era Fidel, e Fidel era Cuba. E oggi sono un pochino più vecchia anche io. Mentre lui resterà nei libri di storia, piaccia o no, perché “Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lotta, si potrà avere la libertà.”