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Viscere

C’é un amore che non si spiega. Lo puoi solo provare. Ha radici così profonde che vanno oltre il cuore e invadono le viscere. È quello che sento quando li guardo. Li ho amati prima ancora che nascesse l’idea di loro. Quando da ragazza ero convinta che non ci sarebbero mai stati, che questo corpo non fosse in grado di dare la vita, lui che già faceva fatica a darla a se stesso. Li ho amati fin dal primo brivido dentro di me, mentre li cercavo, desiderati, desideratissimi. Li ho amati non appena una linea rossa ha confermato quello che già sapevo, e allora sì ogni atomo del mio essere ha avuto un senso. Sono impazzita quando ho sentito il loro cuoricino, eh cuoricino, un martello pneumatico che mi vibrava dentro “sono qui!! Mi senti?” Forte e chiaro come non mai. Li ho amati mentre la pancia cresceva e disegnavo i contorni del loro corpicino mentre, sdraiata sul divano, gli facevo ascoltare Vasco, il Liga, gli Stones, i Pink Floyd, i Cure, che le basi bisogna metterle dall’inizio. Li ho amati quando li ho visti la prima volta, uno coi suoi piedoni, l’altro fatto su come un gomitolo, così unici nel loro profumo, così raggrinziti, così, così belli. Non ho pianto, nè allora nè mai, non per i primi passi, le prime parole, scuola, comunione o cresima, io non piango, mi fanno sorridere loro, sempre, oppure arrabbiare terribilmente perché sono adolescenti e nulla è più irritante di un adolescente che vuole irritarti. Sì sono quasi grandi e mentre camminano davanti a me, penso che sono davvero un regalo speciale. Che non sono la mamma che cucina i manicaretti, che spesso mi rimproverano la mia follia, il mio cantare a squarciagola, il mio vestire poco consono, la mia follia velata dalla buona educazione. Ma che va bene così, che nessuno ti insegna a essere mamma, puoi solo viverlo. Seguendo il cuore. Anzi, le viscere. 

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