Era il 1992. Che anno, lo ricordate? Mani pulite, le stragi mafiose, l’Italia nel caos. Io me lo ricordo bene quell’anno. Terzo anno di liceo e una adolescenza difficile. La mia passione per la moda e quelle modelle, le grandi modelle degli anni ’90. E la voglia di essere anche io un po’ come loro. Loro alte, io beh il metro e sessanta ancora lontano. I capelli lunghi e diritti, i miei ricci ricci che neanche la piastra, e in più vivo in mezzo alla nebbia e mai una volta che stiano come dico. Le gambe affusolate, lunghissime, le mie muscolose, toste, frutto di anni di sci, sport, sport e ancora sport, corte come tutto il resto. Le mie amiche sicure e forti, io secchiona, sempre in difetto, che nulla è più controproducente di cercare di piacere, effetto contrario garantito. Ecco 25 anni fa, come ora, alla vigilia del 1992 io sono andata a massa. E ho perso quelli che chiamano gli anni più belli. Gli altri uscivano io dimagrivo, impegnata in una lotta tutta mia, che danneggiava solo me, allontanava amicizie che non ho più ritrovato, che se stai male a 17 anni di crocerossine mica ne trovi. Mi è andata bene poi. A un certo punto ho tirato fuori le palle. E a fatica, quanta fatica, mi sono tirata in piedi. Ci sono voluti anni e tanta forza, che l’anoressia è un tarlo che ti inquina la mente e ti rovina il corpo. Ma ho vinto. Ho vinto io. E da quel momento so che posso vincere sempre. Però mi incazzo. Sì mi incazzo quando vedo queste foto, nel 2016, oggi che i disturbi alimentari sono noti a tutti, che gli stilisti hanno promesso e ripromesso solo taglie 40 in passerella. Palle. Sfilano ancora queste ragazze oggi. E ok i disturbi alimentari hanno altre origini, ma io sono convinta che questa sia una violenza deliberata. Alle donne, al buon gusto, alla visione di sè, alla moda, al rispetto del corpo. E a distanza di anni mi fa male. Ecco in giorni di campagne sul si o sul no, anche qui palle confuse di politici che non sono in grado neanche di fare da autisti a quelli del 1992, il mio no va a tutto questo, a chi sfrutta il corpo femminile, a chi inquina la mente con modelli sbagliati, a chi permette passerelle del genere. E scusate lo sfogo.