Non amo il silenzio. E neanche la solitudine. Mi costringono a pensare e a stare con una persona che non sempre riesco a capire. C’è, nel silenzio di una domenica balorda come oggi, il ronzio sordo delle frasi non dette e delle azioni passate, dei se dei ma dei forse. È il silenzio delle seghe mentali che avvelenano il cervello e non portano a nulla. Ci vorrebbe qualcuno con cui condividerlo questo silenzio, perché il silenzio condiviso è spesso metafora dell’amore. Oggi c’è pure poca luce, è tutto rallentato, appannato, come dietro ai finestrini di un’auto mentre fuori piove e tu sei ferma ad un semaforo. E nella penombra del silenzio guardi il film della tua vita. Una pellicola niente male, tanti colpi di scena, numerose svolte, molte comparse, poche figure chiave. E infine la protagonista. Che odia il silenzio, la solitudine, l’ipocrisia, le giornate vuote in cui vivere è solo battito e circolazione, senza un fine, e nemmeno una fine. Sì sto silenzio proprio non lo sopporto. Non fa per me. Non sono zen e neanche meditativa, sono rock e discretamente rompipalle. E allora, come sempre, un paio di jeans e i miei tacchi, e andiamola a cercare questa vita. Che da sola non viene mica. Passa e basta. E, non so a voi, ma a me non basta passare…
Che non si rompa un tacco!