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Democrito

Ci innamoriamo sempre di una sfumatura. Il colore degli occhi. Il tono della voce. La camminata. Il gesticolare delle mani. Piccoli segni che danno il via a un domino di sensazioni tutte nostre, in cui l’altro è causa inconsapevole e spesso involontaria. Può durare lo spazio di una giornata questo, il piacere che un incontro ti ha dato. Ha accarezzato i tuoi sensi e poi se ne è andato. Ma a volte dura di più. Il semino di quella sfumatura comincia a mettere la radici e i sensi lasciano lo spazio alla ragione. Cominci a pensare che ti piacerebbe sentirlo ancora quel brivido e vedere se si cela altro dietro a quegli occhi, quelle mani, quella voce. Curiosità di vedere se succede di nuovo. E quando succede di nuovo allora siamo fregati. Democrito, un filosofo greco del quinto secolo avanti Cristo, diceva che noi percepiamo gli oggetti perchè piccole particelle di essi si staccano e vanno a colpire i nostri sensi. Ecco io penso a questo quando mi capita di di essere colpita da un particolare di una persona. E credo che quando ci innamoriamo davvero è perchè tra i nostri atomi e quelli dell’altro si crea una corrispondenza d’amorosi sensi, una sorta di reticolo invisibile che unisce le nostre particelle e che ci tiene legati con un filo sottilissimo ma resistente come quello da pesca. Ecco io le adoro le sfumature che le persone mi regalano. Nulla a che vedere con quelle di grigio del romanzo. Anche se spesso decisamente più sconvolgenti. Queste in modo silenzioso e delicato mi fanno battere forte forte il cuore. E scusate ma non c’è nulla di più appagante del tonfo al cuore che regala un’emozione….

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