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Mezze stagioni

No, non ci sono più le mezze stagioni. Dopodomani sarà inverno, almeno a sentire i meteorologi. Ma ancora per domani potrete sciabattare in infradito shorts e canottiera, con buona pace del buon gusto che in estate chiude un occhio, anzi due, e si mette pure gli occhiali scuri. Giovedì dunque inverno, a dispetto del buon caro autunno, le foglie dei platani accartocciate con cui abbiamo tappezzato cartelloni e quaderni alle elementari, quando ancora si chiamavano così, perché si imparavano le cose elementari. Poi alle medie quelle più difficili e alle superiori ci andava chi si voleva fare un paiolo così. Ora è primaria, secondaria di primo e poi di secondo grado, che non si capisce più un tubo, che mio figlio fa il primo anno della secondaria di primo grado e quando ho finito di dirlo è già in seconda. Comunque le mezze stagioni non ci sono più. Neanche le mezze età. Una volta si era bambini, adolescenti, uomini e donne maturi, anziani. Ora si passa dall’adolescenza, che dura suppergiù fino ai 60 anni, alla vecchiaia, oooops alla terza età. La mezza stagione, la maturità, si salta. Così non si matura ma dopo una lunga gestazione adolescenziale si appassisce e bon. E ho scritto 60 anni ma c’è chi arriva ben oltre. Le mezze stagioni. A Natale si mangiavano le arance, a Pasqua le fragole, a ferragosto l’anguria. Ora a Natale una bella Macedonia di fragolone dopate non può mancare e d’estate la spremuta dà vitamine. Non ci sono più le mezze stagioni. Si stava meglio quando si stava peggio. Il fieno e la paglia maturano le nespole. Ma soprattutto al temp e ‘l cü al fa mel vöra lü…

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