Ho frainteso l’amore. Non ho capito un tubo. Non che ne sia mai stata esperta, nooo, ma proprio ho preso un abbaglio. Io credevo che l’amore fosse guardare un tramonto sul mare e nel momento stesso in cui il sole cambia tutti i colori delle onde desiderare con tutta te stessa che lui fosse con te. Io credevo che l’amore fosse guidare ore e ore solo per un brindisi insieme, un bacio, un sorriso, un abbraccio, e niente di più, che il viaggio verso il tuo lui è la sensazione più adrenalinica e inebriante che ho provato. Io credevo che l’amore fosse addormentarsi mano nella mano, tappargli il naso se lui russa, preparare il caffè al mattino tutti i giorni all’alba anche se potresti svegliarti un’ora dopo, perché sbadigliare insieme la mattina è una consonanza di sentimenti. Io credevo che l’amore fosse toccarsi, cercarsi, aversi, dare la vita, crescere i figli, litigare, fare pace, tanta pace. Io credevo insomma che l’amore fosse dare dare dare, e vivere sulla pelle ogni attimo che lui ti dona, che tu gli doni. E invece quello che vedo intorno non assomiglia molto a questo. Prendere prendere prendere. Senza poesia, musica, colori. E dopo un po’ di prendere la stessa roba si è stufi e si cambia. Altro giro altro regalo. Sì, non ho davvero capito un tubo.
Non si è mai esperti in amore, neanche la centesima volta che ci si innamora anche quando non c’è la volontà di innamorarsi. Capita! Ma peché capiti bisogna metterci la buona volontà, anche incosciamente. E così si passa di mano in mano aspettando Godot. Alla fine ci si ricorda dei tramonti a seconda dei propri flirt. O tempora, o mores. Societas delinquere non potest. Dura lex, sed lex. Che significa non lo so!