Questa notte c’è stata distruzione, paesi crollati, case vite anime sconvolte…e al solito ti trovi a pensare che perdiamo troppo tempo in vani discorsi e in stupidi principi, amore amicizia lavoro…che si deve godere l’attimo…e intanto, passato l’oggi, lo faremo di nuovo, progettare, parlare, aspettare, perché pensiamo di essere eterni, Highlanders presuntuosi, ma siamo solo come le formiche d’estate in un campo brullo. Portiamo la nostra briciola e crediamo di essere il centro dell’universo. Litighiamo pure per quella briciola e non ci accorgiamo che è solo lo scarto di qualcosa di più grande che noi neanche vediamo. Abbiamo cinque sensi, un sesto per intuire le cose, ma ci manca il settimo, quello che ci fa percepire in pieno la bellezza del momento nel momento in cui si realizza. Quando avremo questo, allora sì, saremo i re della nostra vita.
Promessi Sposi
I circuiti mentali sono davvero strani. Oggi, mentre sdraiata a bordo piscina prendevo il sole, mi sono venuti in mente I Promessi Sposi di Manzoni. Non so, forse ho visto che un vecchio mio post aveva avuto 25 mi piace e allora sono saltati fuori da sto cervello contorto i 25 lettori di Manzoni. Nessun paragone, nemmeno lontano, sia ben chiaro. Anche perché io una come Lucia non la prenderei neanche in considerazione per un romanzo. Ma ve la vedete Lucia Mondella sul tacco 12? Che poi se ci pensate è la sintesi di tutte le gatte morte della storia della letteratura e non. E come ogni gatta morta che si rispetti gliela battono tutti senza sosta. Mentre quella gran donna della monaca di Monza deve pure far fuori la cameriera per un po’ di gioia. Che le donne di Manzoni sono tutte un po’ sfigate, da Ermengarda, antesignana di tutte le cornute, a Perpetua che, va bè, pure Don Abbondio le è capitato, mica Padre Ralph di Uccelli di Rovo. Comunque, donne a parte, quello che invece ne esce vincente per lacolli è Renzo. Ragazze ma avete presente cosa ha fatto questo per una gatta morta che non gliela dava? Ha attraversato terre, è stato picchiato, ha pure preso la peste, per una che alla fine gli dice no scusa ma ho fatto voto di castità. Ma cosa pregheremmo noi per uomini così?? Che invece si arrendono al primo no, che, perché fare fatica?? Naa. E allora li vedi lì, a fare la pubblicità del Tampax, e gli viene da ridere, si emozionano. A Lucia bella prenditi pure gli uomini Tampax e dacci quel gran pezzo del Lorenzo, o come dicevano tutti Renzo….
Perché
Perché ti amo mi chiedi? Non lo so perché. Potrei dirti perché sei bello, perché sei simpatico, perché sei gentile, perché perché perché. Ma non ti amo per tutto questo. Qualcosa d’altro che io non so spiegare. Un po’ come non so perché respiro, perché sento, annuso, gusto, vivo. E non essere deluso da questa risposta. Sorridi e baciami, che sì è per questo che ti amo….
Sì viaggiare…
Sono una che viaggia leggera. Poche cose fondamentali, gli affetti tatuati nell’anima e le zavorre a casa. Che il bagaglio si fa durante il viaggio, sorrisi, esperienze, contatti, paesaggi. E ogni ritorno, che sia stata una gita di un giorno o il giro del mondo, ho sempre la sensazione di essere più bella, più ricca, più forte, più grande. E che il trolley della mia anima non riesca a contenere tutto. On the road tutta la vita….
Fari spenti
Amare è andare a cento all’ora in una strada stretta di notte coi fari spenti. La possibilità di sbandare è così alta da diventare certezza. Quella di farsi male, tanto male, un rischio che invece di farci desistere ci infonde adrenalina. E noi partiamo, ogni volta, con il grillo parlante sulla spalla che ci ripete la stupidità del nostro gesto. E noi sappiamo che ha ragione, oh se ne ha, una cento mille. E consapevoli spingiamo sull’acceleratore, i finestrini abbassati, la musica a palla per non sentire le proteste del nostro cervello. E alla fine ci facciamo male. Tanto. Ma sopravviviamo. Per poterlo fare di nuovo. Per colorare di nuovo le nostre guance del rossore della passione e illuminare i nostri occhi, che vedono nel buio la luce dell’amore. Stupidi siamo. Incoscienti. Autolesionisti. Davanti allo specchio ci diciamo mai più ma è l’ennesima bugia, l’ennesima promessa che non sapremo mantenere. Se solo ricordassimo che il nostro cuoricino a sei settimane di gestazione è così forte e grande da emozionare chiunque lo ascolti, ed è lì grande grande rispetto all’esserino in cui sta crescendo, tum tum tum, capiremmo che abbiamo perso in partenza la battaglia. Cuore 1-cervello 0. A fari spenti nella notte….