2015, tentativo di un bilancio. Dare e avere mai in pareggio, nonostante le mille correzioni apportate durante l’anno. Lavoro, a fasi alterne. Ma di questi tempi non smorbiamo, e prendiamo il buono che c’è. Salute, in calo. Che a quaranta puoi sentirtene venti ma dopo una serata ne hai sessanta e le rughe della Montalcini. Amicizia, in pareggio. Perché a fronte di un andamento positivo per gran parte dell’anno, un investimento ha dato davvero risultati negativi e la delusione è al momento troppo cocente per una analisi lucida. Amore, sempre più in alto. Che qui invece ci sono investimenti che li senti positivi dall’inizio e non tradiscono mai. Fortuna, normale. Sfiga, normale. Come a dire che ci credo poco. E che la volontà rende molto di più di ferri di cavallo, cornetti, segni apotropaici. Un anno che ci sta dai. Che lo confermo e lo accendo. Copia incolla per il 2016. Con un pizzico di furbizia in più, un pelo di accondiscendenza in meno, e tanto sano egoismo a condire il tutto.