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Fit for fun

Fitness che passione! Da ragazza ipersportiva che invece di “Cioè” leggeva “Fit for fun” non potevo non trasformarmi in una quarantenne con lo spirito adolescenziale, che si diverte un mondo a sperimentare attività varie ed eventuali per tenersi in forma. In buona compagnia peraltro. Sì perché la quarantenne sportiva del terzo millennio ama circondarsi di amiche un po’ invasate come lei, che allo shopping compulsivo preferiscono l’allenamento in sospensione oppure un qualche esercizio dal nome altrettanto bizzarro ma terribilmente allettante. Preferiscono…no, questa è una bugia. Prima si allenano e poi si danno allo shopping, perché tutta sta fatica per il gluteo sodo bisogna poi ricompensarla con un regalino, no? Eccomi dunque con l’amica speciale di fronte a Ivan Drago per una lezione di Funzionale, che ti chiedi, funzionale a che? Ma a qualcosa funzionale lo sarà, se sabato pomeriggio corri, ti pieghi, balzelli, fiatone e mammamia come è dura. Ivan Drago è leggero come una piuma mentre balzella col suo quintale di muscoli sullo step, mentre tu hai le levità di un elefante stanco e già buona che non ti sloghi una caviglia. Funzionale l’aperitivo che segue, questo sicuro, e giustificato. Tanto hai sudato prima. Che una scusa ci vuole sempre. Poi, alla vigilia di Natale, mentre le altre inseguono l’ultimo regalo, noi ci tuffiamo in un match di squash. Prima volta, eppure da subito ci divertiamo un sacco. Ci facciamo pure fotografare, ma chi siamo noi, troppo forti, troppo in forma. Talmente in forma che, a un certo punto, presa dal trip agonistico, le assesti una racchettata diretta sul naso, una botta della madonna, che tutta sta forza te l’avrà data il funzionale, ma temi di averle rifatto i connotati. E di doverle regalare un naso nuovo per Natale. Che ti toglie dall’impiccio del cosa le compero, ma insomma, sanguina e io collasso. Sì perché il rosso relativo è solo quello di Tiziano Ferro, quello è assoluto e ti senti mancare. Che alla fine è lei che ti chiede scusa. E lì capisci che è una tosta. E per fortuna tutto si risolve. Sarà necessario brindare, che una scusa ci vuole sempre….Sabato mattina, dopo un venerdì sera dalle ore piccole. Sessione di spinning. E non potremo mica farcela mancare, no? Anche se hai dormito tre ore, ti gira ancora la testa per il limoncino, insomma non sei in forma. Eppure no. Voi siete sempre in forma. Parti e dopo un quarto d’ora ti chiedi se arriverai ai quarant’anni. Che sono tra un mese, ma tu senti che potresti non arrivare alla fine dell’ora. Ma tieni duro. Su, giù, stringete, fate vostra la strada, che tu la vedi un po’ annebbiata, meno male niente alcol test qui, accarezzate il cuore, mo’ il mio esplode, ma accarezziamolo va, e sta sella maledetta antiergonomica al massimo e tu non hai i pantaloncini imbottiti, no, troppo facile, un fastidio allucinante, ma arrivate in fondo all’ora. Grondanti, paonazze ma soddisfatte, foto di rito, e dammi un cinque. In fondo non è stata dura, una bella doccia e basta, a parte il fatto che ogni velleità amorosa è rimandata di una settimana, chiusa causa spinning. Che pranzo in piedi, tra le risate generali dei miei uomini che questa mia sportività non la capiscono. Siamo donne, oltre alle gambe c’è di più, cantava Joe Squillo qualche anno, ops decennio fa. Ecco decennio. Il quarto è in agguato. E allora, indovinate un po’? Brindiamo, che questa sì è una buona scusa…

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