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Charlie

Tante parole avrei voluto spendere a commento di quanto accaduto ieri. Ma già c’é chi lo sa fare meglio di me, in primis gli amici giornalisti che mi vanto di conoscere e frequentare. Solo una nota. Uno spunto. Ascolto le cronache ed è coraggio la parola che rimbomba. Coraggio di esprimere la propria opinione e di cambiarla. Coraggio di essere se stessi, fino in fondo, al bando le ipocrisie in cui ogni giorno ci si imbatte. Coraggio di guardare in faccia gli altri, di non adeguarsi, di accettare la diversità, perché la mia diversità non é diversa dalla tua, ma guai a ledere la mia libertà. Perché, frase banale e trita, la mia libertà finisce dove inizia la tua. Coraggio di ribaltare la propria vita se così non va e di affrontare tutte le conseguenze col sorriso e senza dare la colpa agli altri. Tutti bravissimi a dare la colpa agli altri. Troppo facile. Ci vuole coraggio, come quello di chi scrive sulle pagine di un giornale che migliaia di persone leggeranno, le proprie idee, la propria visione. Verba volant, scripta manent. Coraggio di amare e anche di odiare, coraggio di guardare negli occhi una persona e esporre il proprio pensiero, coraggio di accettare le altrui opinioni, di contestarle e valutarle. Coraggio di essere univoci e comunità nello stesso tempo, coraggio di fare il proprio lavoro ogni giorno, di vestire camminare ridere parlare urlare, di essere. Senza maschere, anzi senza veli, dritto negli occhi, testa alta. É nella società che accetta che questo coraggio venga meno per pigrizia, paura, indifferenza, agio, che poi qualcuno pensa di uccidere per chiudere la bocca. “Prima di ogni altra libertà, datemi la libertà di conoscere, di esprimermi e discutere liberamente secondo coscienza” John Milton, 1644….

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