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Thelma e Louise

E poi arrivano quelle giornate in cui non li reggi più. Tutti. I bambini che discutono tra loro e si menano, che li chiami e non vengono, e che poi in compenso hanno un disperato bisogno di te mentre sei sotto la doccia o al telefono. Lui che per la millesima volta ti chiede dove è il sale, che è nello stesso posto da dodici anni, che gli racconti la giornata e chiaramente non ti ascolta perché lasci il discorso a metà e manco se ne accorge. I tuoi, che ti chiamano con millimetrica precisione nei momenti meno opportuni, mentre al mattino cerchi di far ripartire la famiglia, o alla sera alle otto in punto che ti siedi a tavola, e sempre per bisogni fondamentali, tipo come si resetta il decoder e guai a fare ffff…..ecco arrivano queste giornate, per tutte noi, e allora basta. Prendi la borsa e decidi di andare via. Per un po’. Che si arrangino tutti. Che ti vengano a cercare. La mamma si è rotta. E ti senti già meglio. Scendi le scale di corsa, apri il garage, sali in macchina, infili la chiave nella toppa e respiri. Adesso o mai più. Adesso. E ti senti come Thelma e Louise, via, finché l’auto non si ferma. In moto. Sicurissima…Anzi no. Il mondo ti crolla addosso in un secondo. In riserva. Sparata. Che al massimo arrivi al Bennet per fare il pieno. Ma così non vale. Se ti fermi lì, poi ti viene in mente che hai finito il latte, e manca anche il prosciutto, e le uova…e anche stavolta ti hanno fregato…desperate housewife altroché Thelma e Louise…

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