Giugno. Tempo d’estate. Tempo di mare e di prova costume. Finalmente metteremo in mostra ore e ore di palestra, a tonificare qui, a tirar su di lì, a sudare sul tappeto. Ecco il tappeto. Se c’è una cosa che mi piace è correre. All’aria aperta, possibilmente in riva al mare, cullata dal rumore delle onde, o anche in campagna, tra le risaie. Non sempre però è possibile, e allora rimediamo con il tappeto in palestra. Dove il paesaggio è diverso, meno bucolico forse, ma vario ed etologicamente davvero interessante. E mentre corri osservi gli eredi dei body builder anni 80, di Schwarzenegger, Stallone e compagni, che ti spiezzo in due era uno dei miti della nostra generazione, e che a te però non è mai piaciuto tanto. Li noti perché si impegnano come non mai, vocalizzano come i leoni della savana, lavorano in coppia, pantaloni larghi un po’ a sbuffo, che hai capito sono così perché il bicipite tira più del polpaccio, o almeno loro credono così, canottiera slabbrata, cappellino in testa, pettorale enorme in vista e una pinacoteca di tatuaggi. Si perchè la differenza fra il body builder anni 80 e odierno è la passione per il Tattoo, ovunque, che ti accorgi che spesso li fissi per seguire il disegno e capire dove va a parare, che sono talmente tanti che ti chiedi se portano in tasca la legenda o se invece li hanno fatti per una sorta di horror vacui su quel corpo che si è ampliato a dismisura. Mah. Dall’altra parte, le camminatrici. Arrivano, salgono sul tappeto, camminano un’ora, alcune leggono un libro intanto, e vanno a casa. Non afferro il senso. Un bel pomeriggio di shopping produrrebbe a mio avviso più endorfine, si macinerebbero più chilometri, e non mi terreste occupato il tappeto per un’ora, chiaro? Oh poi immancabili alcuni signori che avresti detto una volta anziani, adesso sono diversamente giovani, cinque volte alla settimana si allenano, conoscono tutti, tengono il passo, fanno infiltrazioni ogni due per tre ma non mollano, la battono a tutte indistintamente e tu gli vuoi un bene dell’anima perché ti fanno sorridere. Ecco poi ci sono quelli che riescono sempre a migliorarti l’umore, e questi sono quelli per cui frequenti la stessa palestra da secoli, perché la prova costume è una bella molla, ma sono le relazioni umane quelle che rendono tutto davvero tonificante, la battuta con chi ti allena, gli immancabili doppi sensi della pausa pranzo, le chiacchierate mentre pedali che perdi di vista l’ora e fai la Milano Sanremo ridendo del più e del meno. Tutto qui. Perché in fondo una bella corsa scarica e ti fa sentire incredibilmente leggera.